Due terzi degli israeliani vogliono che Netanyahu se ne vada – Le1

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Due terzi degli israeliani vogliono che Netanyahu se ne vada – Le1
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Il primo ministro Benjamin Netanyahu deve affrontare una crescente opposizione da parte della popolazione israeliana. Secondo un recente sondaggio, circa due terzi degli israeliani ritengono che egli dovrebbe abbandonare la politica e non candidarsi alle prossime elezioni. Questi risultati mostrano un divario significativo nella società israeliana e un crescente desiderio di cambiamento di leadership, mentre Netanyahu continua a polarizzare l’opinione pubblica.

I risultati del sondaggio rivelano una notevole divisione tra gli elettori dei diversi blocchi politici. Tra i partiti del blocco di destra religiosa di Netanyahu, solo il 37% degli elettori condivide l’opinione generale, mentre il 53% vorrebbe che il leader israeliano più longevo restasse in carica. Nel complesso, il 27% degli intervistati vorrebbe che partecipasse alle prossime elezioni, rispetto al 66% che preferirebbe che non lo facesse e al 7% che non ha alcuna opinione.

Leadership alternativa per la destra

Alla domanda su chi dovrebbe guidare una potenziale alleanza elettorale di destra, una maggioranza del 30% degli intervistati ha preferito l’ex primo ministro Naftali Bennett. Avigdor Liberman, leader del partito Yisrael Beytenu, e Yossi Cohen, ex capo del Mossad, seguono con il 10% dei voti ciascuno. Il 4% degli intervistati sostiene Gideon Sa’ar, leader della fazione Nuova Speranza, mentre il resto degli intervistati è indeciso o non preferisce nessuno dei due candidati.

Inchiesta sui fallimenti del 7 ottobre

Un impressionante 85% degli intervistati sostiene la creazione di una commissione nazionale d’inchiesta per esaminare i fallimenti legati agli eventi del 7 ottobre. Solo il 6% è contrario e gli altri non commentano.

Coscrizione degli studenti ultraortodossi

A seguito della recente sentenza dell’Alta Corte, il 66% degli intervistati ritiene che gli studenti delle yeshivah ultraortodosse dovrebbero arruolarsi nell’esercito, rispetto al 24% che crede il contrario. Il restante 10% non è sicuro.

Metodologia di indagine

L’indagine è stata condotta dall’istituto di sondaggi Midgam in collaborazione con iPanel. Tuttavia, la rete non ha specificato il numero di intervistati né fornito un margine di errore.

Se l’ex capo del Mossad Yossi Cohen, l’ex primo ministro Naftali Bennett e l’ex ministro della Giustizia Ayelet Shaked si unissero a un nuovo partito unificato di destra, quel partito diventerebbe – di gran lunga – il più grande alla Knesset.

Un altro sondaggio condotto da Lazar Research per il quotidiano Maariv ha mostrato che un partito unificato di destra vincerebbe 27 seggi alla Knesset, diventando il partito più grande alla Knesset.

Il partito unificato proposto includerebbe i parlamentari Avigdor Liberman (Yisrael Beytenu) e Gideon Sa’ar (Unità Nazionale), così come l’ex primo ministro Naftali Bennett, l’ex ministro della Giustizia Ayelet Shaked e l’ex capo del Mossad Yossi Cohen.

In uno scenario del genere, il partito Likud otterrebbe 19 seggi alla Knesset, mentre Unità Nazionale ne vincerebbe 17 e Yesh Atid 13.

Si prevede che lo Shas sefardita-Haredi vincerà 10 seggi, mentre Otzma Yehudit ne vincerebbe otto e Ashkenazi-Haredi United Torah Judaism ne vincerebbe sette.

Tre partiti – il Partito Laburista, il Partito Arabo Hadash-Ta’al e il Partito Arab Ra’am (Lista Araba Congiunta) – otterrebbero cinque seggi ciascuno, e Meretz ne otterrebbe quattro.

Il sondaggio ha anche mostrato che se le elezioni si tenessero oggi, Unità Nazionale otterrebbe 24 seggi e il Likud ne vincerebbe 21.

In uno scenario del genere, Yesh Atid sarebbe il terzo più grande nella Knesset, con 15 seggi, seguito da vicino da Yisrael Beytenu, con 14 seggi.

Lo Shas vincerebbe 10 seggi, Otzma Yehudit nove, United Torah Judaism (UTJ) sette e il Labour sei. Hadash-Ta’al e Ra’am vincerebbero cinque seggi ciascuno e Meretz ne vincerebbe quattro.

In questo sondaggio, il sionismo religioso, la destra nazionale e il partito arabo Balad non hanno superato la soglia elettorale.

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