La Francia vicina a una svolta storica alle legislative: “L’estrema destra non è mai stata così vicina al potere”

La Francia vicina a una svolta storica alle legislative: “L’estrema destra non è mai stata così vicina al potere”
La Francia vicina a una svolta storica alle legislative: “L’estrema destra non è mai stata così vicina al potere”
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L’arrivo dell’estrema destra al potere in Francia non è più degno di uno scenario immaginario. Tutti i sondaggi danno infatti un vantaggio molto confortevole al Raduno Nazionale. Forte della frangia repubblicana alleata di Eric Ciotti, il partito di estrema destra si aggiudica venerdì il 36% delle intenzioni di voto di Elabe, come di Ifop e Ipsos.

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La campagna, che si conclude venerdì a mezzanotte in Francia nell’ambito del primo turno delle elezioni legislative, dà l’estrema destra come grande favorita, preludio ad una possibile vittoria il 7 luglio. È in un’atmosfera elettrizzante che i candidati dei diversi partiti hanno cercato di condurre una campagna lampo durante la quale i cittadini francesi non sempre hanno compreso appieno i vantaggi, se esistono, dello scioglimento dell’Assemblea nazionale.

Inoltre non è detto che RN possa beneficiare della maggioranza assoluta.”

Con l’impressione di una forma di scomparsa del “macronismo” e di una divisione sempre più forte tra un blocco di estrema destra da un lato e un blocco di estrema sinistra dall’altro.

“La RN non è mai stata così vicina ad esercitare il potere a livello nazionale e ad entrare a Matignon, stima il politologo Benjamin Biard, ricercatore presso il Centro per la ricerca e l’informazione sociopolitica (CRISP). Secondo gli ultimi dati, la dinamica è infatti piuttosto favorevole per loro. Vediamo anche che l’interesse dei francesi a votare è maggiore per bloccare l’estrema sinistra piuttosto che per bloccare l’ascesa dell’estrema destra, secondo sondaggi e studi realizzati negli ultimi giorni. Vediamo quindi che questa logica di blocco a priori della RN non è così forte come in passato..

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Lo spettro dell’“ingovernabilità”

Nonostante il suo ampio vantaggio, la sinistra unita sotto la bandiera del Nuovo Fronte Popolare resta indietro tra il 27,5% e il 29%, e la maggioranza presidenziale uscente relegata tra il 19,5% e il 21%, il RN non ha però la certezza di avere la maggioranza assoluta alla fine del secondo turno, sapendo che è prevista un’elevata partecipazione: quasi due elettori su tre intendono votare, rispetto a meno di uno su due nelle elezioni legislative del 2022.

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E non tutto si deciderà domenica, perché ci saranno anche tanti triangolari, per potenzialmente 200, o addirittura 240 collegi elettorali in questo scenario. A meno che quelli meno ben posizionati a sinistra o al centro non optino per un ritiro repubblicano di fronte all’estrema destra. Un’opzione difesa soprattutto all’interno del Nuovo Fronte Popolare, dove ecologisti, socialisti e comunisti hanno fatto sapere che i loro candidati classificati al terzo posto si sarebbero ritirati. In questa fase non è quindi sicuro che la RN possa beneficiare della maggioranza assoluta. Ed è anche del tutto plausibile che nessun partito possa ottenerlo. Per quali conseguenze?

“Instabilità politica permanente con lo spettro dell’ingovernabilitàrisponde quello che è anche uno specialista dell’estrema destra. Si tratta di una prospettiva che non si può escludere e che renderebbe il Paese più difficile da governare, con trattative da portare avanti con altri partiti, blocchi significativi, questioni che non vanno avanti e quindi compromessi da trovare, cosa che il belga sa -come ma non necessariamente una qualità tra i nostri vicini francesi. In realtà hanno meno senso di coalizione, il che rischia di rendere meno confortevole l’esercizio della presa del potere. È anche per questo che abbiamo sentito Marine Le Pen chiedere le dimissioni di Emmanuel Macron in caso di sconfitta, cosa che faccio fatica a immaginare visto che in ogni caso non potrà ricandidarsi..

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Ricordiamo inoltre che anche in caso di vittoria del RN alle elezioni legislative, non si è registrato l’ingresso di Jordan Bardella a Matignon. Per evitare il rischio di censura in Assemblea, il presidente del partito di estrema destra ha infatti posto come condizione l’ottenimento della maggioranza assoluta. Ciò che non è vinto, ma quello che sappiamo, è che la Francia sarà testimone di una ristrutturazione senza precedenti del suo panorama politico.

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