lIl Raggruppamento Nazionale (RN) non si lascia smuovere dalle difficili trattative dei 29e La Conferenza delle Parti per il Clima (COP29), entrata ai tempi straordinari, sabato 23 novembre, a Baku, in Azerbaigian: il partito di estrema destra rifiuta da tempo il principio della diplomazia climatica, e il suo riconoscimento non ha cambiato nulla.
In vista della COP29, la Repubblica democratica russa e i suoi alleati europei hanno tentato, attraverso emendamenti, di influenzare la risoluzione del Parlamento europeo – in un certo senso il mandato del suo negoziatore – per eliminare l’obiettivo di riduzione delle emissioni di metano, minimizzare il peso del settore agricolo settore delle emissioni di gas a effetto serra o eliminare l’obiettivo “un trattato sulla non proliferazione dei combustibili fossili”.
Il fondo per l’adattamento al riscaldamento globale dei paesi emergenti, tema principale della COP29, non sfugge allo scetticismo lepenista: “L’ecologia globale crea nuovi prodotti finanziari non necessariamente felici, che circolano per il pianeta e finiscono in sistemi oscuri senza che la loro utilità sia verificata”accusa Mathilde Androuët, eurodeputata e una delle pochissime nella RN a seguire le questioni ambientali.
Quest'ultimo stima che a “fondo filosofico tecnofobico” et “ostile allo sviluppo economico” è alla base di tutte le attuali politiche ambientali e denuncia le contraddizioni di ciò che lei ironicamente chiama «la religione ti vede» : l’importazione di gas dall’Azerbaigian o di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti, trattati di libero scambio che accelerano il commercio globale e le emissioni associate. Il discorso, in superficie, è ben consolidato e talvolta riflette le recriminazioni delle organizzazioni non governative. Ma l'argomento, titubante, torna sempre alle stesse due proposte presentate come rimedio universale: riduzione drastica del commercio internazionale e conversione del pianeta al nucleare.
Il software RN si basa su una conoscenza imperfetta dell’argomento, come la quota della Francia nelle emissioni globali di gas serra o, cosa più preoccupante, la responsabilità totale dell’uomo per il riscaldamento globale. “Il riscaldamento è incontestabile ma il ruolo dell’uomo non è ben definito: l’IPCC [Groupe d’experts intergouvernemental sur l’évolution du climat]di per sé, ignora ciò che è antropico e ciò che è ciclico”dice Mathilde Androuët. La sintesi più completa sulla questione, l’ultimo rapporto di sintesi dell’IPCC, pubblicato il 20 marzo 2023, è tuttavia chiara: attribuisce inconfutabilmente tutto il riscaldamento attuale alle attività umane.
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