Il presidente di transizione del Mali, Assimi Goïta, ha recentemente accusato la Francia di tentare di destabilizzare l’economia mariana stampando banconote in franchi CFA contraffatte. Paragona questo metodo a quello usato contro la Guinea di Sékou Touré nel 1960. Questa controversa affermazione è stata fatta durante un discorso a Sikasso, evidenziando una crescente sfiducia nei confronti dell’ex potenza coloniale.
Il 22 giugno, durante il suo discorso a Sikasso, il capo di Stato maliano ha osservato che la stessa tattica era stata usata contro la Guinea nel 1960. Ha poi affermato che questa azione rientra in quelli che definisce i “tre tipi di terrorismo” che Il Mali deve affrontare.
Questi sono:
terrorismo armato;
terrorismo mediatico (bugie e fake news “per metterci gli uni contro gli altri”);
terrorismo economico.
Come esempio di questa situazione, Goïta ha citato il momento in cui Bamako ha dovuto rivolgersi alla Guinea per i suoi commerci dopo che l’ECOWAS ha imposto sanzioni al Mali nel 2022. Le tasse portuali per i maliani in Guinea erano allora tre volte più alte.
Infine, il leader maliano ha lanciato un appello per l’abbandono del franco CFA, descritto come valuta coloniale, e ha chiesto l’adozione di una valuta locale.
Revisione storica dell’episodio guineano
Nel 1960, sotto la presidenza di Ahmed Sékou Touré, la Guinea subì un tentativo di destabilizzazione economica orchestrato dalla Francia, in particolare attraverso la creazione e la distribuzione di banconote contraffatte. Questa operazione, soprannominata “Operazione Persil”, mirava a provocare un’iperinflazione per indebolire il nuovo regime indipendentista di Touré che aveva optato per l’uscita dalla zona del franco CFA a favore di una valuta nazionale. Questo conflitto monetario illustra un periodo di relazioni tese in cui la Guinea ha cercato di stabilire la propria autonomia di fronte alle influenze esterne, in particolare quelle del suo ex colonizzatore.