Uno studente marocchino affetto da disturbi esclusi, la sua famiglia sporge denuncia

Uno studente marocchino affetto da disturbi esclusi, la sua famiglia sporge denuncia
Uno studente marocchino affetto da disturbi esclusi, la sua famiglia sporge denuncia
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Studente CM2 della scuola elementare pubblica di Port-Horel, un adolescente marocchino di 12 anni è stato escluso per cinque giorni, dal 10 al 14 giugno 2024, con decisione del direttore del 28 maggio 2024. Sua madre deplora questa decisione e ha sequestrato il 5 giugno il tribunale amministrativo di Rennes nell’ambito di un’ordinanza di libertà sommaria, un procedimento di estrema urgenza destinato a sanzionare attentati “gravi” e “manifestamente illegali” alle libertà fondamentali sancite dalla Costituzione (libertà di espressione, libertà di riunione, ecc.), relazioni franceinfo. Nel suo appello spiega che “il direttore sta violando in modo grave e manifestamente illegale il diritto alla parità di accesso all’istruzione. […] La sospensione avviene al momento della gita scolastica di fine anno, e al rifiuto di far partecipare un bambino alla gita […] costituisce una discriminazione fondata sulla sua disabilità. » Secondo le spiegazioni di sua madre, questo adolescente marocchino arrivato in Francia nel dicembre 2022 soffre di disturbo da deficit di attenzione con o senza iperattività (ADHD) “associato a un leggero deficit intellettivo”. Secondo lei, questo divieto del viaggio di fine anno “danneggerebbe il già fragile stato psicologico” di suo figlio, che aveva “già subito numerosi traumi prima di arrivare in Francia”. E da deplorare: suo figlio soprattutto “ha bisogno di un sostegno adeguato” e l’attuazione del protocollo PHARe – un programma per combattere il bullismo a scuola – “mette in dubbio la corretta comprensione dei fatti e la veridicità delle dichiarazioni raccolte.

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La madre dell’adolescente marocchino continuava a ripetere che “il carattere intenzionale del suo comportamento […] non può essere trattenuto. “Il gruppo docente ha messo insieme problemi comportamentali e comportamenti dirompenti”, sottolinea, sostenendo che suo figlio è “in un’età decisiva per l’acquisizione della conoscenza e per imparare a vivere insieme”. Nel suo ricorso, ha cercato di costringere la scuola elementare pubblica di Plérin a riaccogliere suo figlio, con una multa di 200 euro al giorno di ritardo, e questo “fino alla fine del suo percorso scolastico” prevista per il 5 luglio 2024. In un’ordinanza datata Il 6 giugno 2024 appena reso pubblico, il giudice sommario del tribunale amministrativo di Rennes ha licenziato la madre del piccolo marocchino. Se ammette che “la privazione di un bambino di ogni possibilità di beneficiare dell’istruzione scolastica […] rischia di costituire un attentato grave e manifestamente illegale ad una libertà fondamentale”, rileva tuttavia che “la decisione […] è stata scattata in seguito all’osservazione di fatti ripetuti che lo hanno coinvolto [l’enfant] negli ultimi mesi. “Così, a seguito della segnalazione di una famiglia, è nato il protocollo pHARe […] è stato implementato all’interno della classe […] a fine gennaio si è dimostrato aggressivo sia fisicamente che verbalmente nei confronti degli altri bambini”.

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Il magistrato aggiunge: “I vari partecipanti […] ha notato di avere difficoltà a gestire le proprie emozioni quando è turbato, di non aver ancora acquisito tutti i codici sociali, di non aver ancora realmente accettato o integrato le regole della vita collettiva, il che lo portava talvolta a comportamenti inappropriati con i coetanei, arrivando addirittura a come gesti inappropriati. “Diverse misure sono state attuate anche nei mesi precedenti la decisione […] per cercare di fermare le azioni di [l’enfant]misure che non hanno permesso di modificare favorevolmente il suo comportamento. […] A queste condizioni, un’esclusione limitata a cinque giorni non mette in discussione il normale proseguimento degli studi. [de l’enfant] per l’anno in corso e non può essere considerata una violazione manifestamente illegale del diritto allo studio”, decide.

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Per quanto riguarda il risarcimento richiesto (500 euro) dalla ricorrente, per il suo “danno psicologico”, il magistrato ha dichiarato che “non spetta” al giudice pronunciarsi su “conclusioni risarcitorie”. Bisognerà aspettare dai diciotto mesi ai due anni perché il tribunale, attraverso un collegio di tre giudici, si pronunci sulla legalità di questa decisione del direttore della scuola di Port-Horel. Nel caso in cui questa decisione fosse ritenuta illegale, “la madre del bambino avrebbe diritto a chiedere un risarcimento. »

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