Nel suo sistema dei “13 criteri di vittoria”, ne aveva tuttavia attribuito 9 a Kamala Harris. Ma perché il democratico non ha vinto? “Potrei sbagliarmi? Naturalmente!”ha commentato Allan Litchman, riconoscendo i difetti del suo sistema. “Il problema fondamentale risiede nei criteri, non nella mia interpretazione”.
Il successo di Trump negli stati chiave con la vittoria in Arizona
Come riporta Le Parisien, lo storico descrive in dettaglio diversi elementi che hanno interrotto il corretto funzionamento del suo processo. Innanzitutto punta il dito contro il comportamento dei democratici, che non sono stati strategici nello screditare Joe Biden e il proprio governo. “Non l’avevo mai visto prima e ho studiato la politica americana sin dalla fondazione del nostro Paese”precisa.
Per Allan Litchman ha giocato un ruolo anche il fatto che Kamala Harris non abbia partecipato alle primarie democratiche. Ha approfittato del suo status di vicepresidente ma non ha beneficiato del sostegno dell’intero partito.
Lo storico è rimasto “sorpreso” anche da “l’esplosione di fenomeni che esistevano prima, ma non in modo così accentuato”. Un parametro in particolare di cui non aveva misurato la forza: la disinformazione. E a questo livello, un uomo ha lasciato il segno: Elon Musk. “È stato lui il regista di questa disinformazione. C’erano due miliardi di visualizzazioni dei suoi post che diffondevano disinformazione. Non solo sull’economia, ma anche sull’immigrazione, sulle minoranze… Non abbiamo mai visto una cosa del genere su questa scala”dice.
Infine, Allan Litchman si rammarica e denuncia un’ultima cosa: i commenti misogini, razzisti e xenofobi che hanno caratterizzato la campagna.