Harris e Trump testa a testa in due Stati chiave

Harris e Trump testa a testa in due Stati chiave
Harris e Trump testa a testa in due Stati chiave
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Kamala Harris e Donald Trump si sono scontrati a distanza domenica in due stati americani fortemente contesi: il vicepresidente democratico che cerca a tutti i costi di mobilitare ulteriormente gli elettori afroamericani e ispanici e l’ex presidente repubblicano che lancia le sue dichiarazioni anti-immigrazione.

A tre settimane dal voto del 5 novembre, i sondaggi sono ancora più serrati che mai, ma diversi sondaggi rivelano le difficoltà di Kamala Harris nell’attirare voti tra gli elettori neri e latinoamericani.

Un sondaggio del New York Times/Siena College pubblicato domenica gli dà meno del 60% delle intenzioni di voto nella comunità ispanica – in piena crescita demografica negli Stati Uniti – che rappresenterebbe il livello più basso per un candidato democratico negli ultimi 20 anni.

Domenica, il 59enne vicepresidente ha scelto la Carolina del Nord (sud-est), una regione con una grande popolazione nera americana in questo stato vinto l’ultima volta nel 2008 da un democratico e che è stato appena devastato dall’uragano Helene.

Il suo predecessore alla Casa Bianca, Donald Trump, 78 anni, era in Arizona, Stato al confine con il Messico: ha usato ancora una volta una retorica anti-migranti, accusando il governo Biden/Harris di aver “importato un esercito di migranti illegali” venuti “dalle segrete” in tutto il mondo”.

In un discorso durato un’ora e mezza, ha promesso che, se eletto, avrebbe assunto altre 10.000 guardie di frontiera e avrebbe aumentato i loro stipendi del 10%.

E portando al massimo la sua retorica incendiaria, la tribuna populista ha affermato su Fox News che “la Guardia Nazionale”, o anche “i militari”, dovrebbero essere chiamati in causa contro il “nemico interno” negli Stati Uniti, contro “persone molto cattive ( …) pazzi, strani di estrema sinistra”.

Per la Harris, “Donald Trump è più interessato a spaventare le persone, a provocare paura, a sollevare problemi piuttosto che aiutarli a risolverli, che è ciò che fanno i veri leader”.

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