Il leader della Guinea-Bissau ha parlato alla stampa martedì nel tardo pomeriggio a Bissau, prima del viaggio a Mosca.
“Non lo estradarò perché non c’è accordo tra i nostri due paesi in questo senso, a meno che (il signor Bozizé) stesso non decida di andare altrove. Il mandato di cattura emesso contro di lui mi ha davvero sorpreso. Non è quello che mi aspettavo perché non è quello che ci siamo detti io e il presidente centrafricano Faustin Archange, Touadéra”, ha dichiarato.
Un tribunale speciale sponsorizzato dalle Nazioni Unite ha emesso un mandato di arresto internazionale nei confronti dell’ex presidente Bozizé, nell’ambito di un’indagine sulla sua responsabilità per possibili crimini contro l’umanità commessi da soldati in una prigione tra il 2009 e il 2013.
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Bozizé, 77 anni, che ha preso il potere nel 2003 con un colpo di stato prima di essere rovesciato 10 anni dopo dai ribelli e che è oggi a capo della principale ribellione centrafricana, vive in esilio in Guinea-Bissau dal marzo 2023, dopo un periodo in Ciad.
Il mandato d’arresto internazionale risale al 27 febbraio, si legge in un comunicato della Corte penale speciale (SCC), una giurisdizione ibrida composta a Bangui da magistrati centrafricani e stranieri, responsabile del caso di crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi dal 2003 nella Repubblica Centrafricana, un paese che ha vissuto una serie di guerre civili e regimi autoritari sin dalla sua indipendenza dalla Francia nel 1960.
Bozizé è stato condannato il 22 settembre 2022 da un tribunale centrafricano ai lavori forzati a vita, in particolare per “cospirazione” e “ribellione” come leader dell’alleanza ribelle, la Coalizione dei Patrioti per il Cambiamento (CPC).
Di Le360 Africa (con AFP)
08/05/2024 15:54