L’Algeria prova a dribblare il Marocco

L’Algeria prova a dribblare il Marocco
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Algeria e Marocco continuano a contestare la paternità di piatti culinari, costumi tradizionali, gioielli, ornamenti architettonici e generi musicali. Un’organizzazione nata recentemente si pone come baluardo contro l’appropriazione del patrimonio algerino.

“Proteggere il patrimonio algerino” (PHD). Questo è il nome di una nuova organizzazione creata in Algeria che mira a proteggere il patrimonio algerino. “La nostra missione è salvaguardare e promuovere la ricca cultura algerina attraverso iniziative innovative e accattivanti”, scrivono gli autori dell’iniziativa, sul sito di questa organizzazione. Questi difensori della cultura algerina intendono “stimolare la creatività e consolidare i legami intergenerazionali”, celebrare il patrimonio algerino affinché diventi una “fonte di ispirazione su scala globale”. PHD aspira “a un mondo in cui ogni persona riconosce e celebra la diversità e la ricchezza del nostro patrimonio”, lavorando per “tessere robusti legami interculturali”, al fine di promuovere la “comprensione reciproca” e il “rispetto” tra le comunità.

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Quest’anno l’Algeria ha deciso di includere lo zellige nella lista del suo patrimonio immateriale presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO). “Questo mese di aprile, abbiamo presentato il dossier “Arte dell’ornamento architettonico in zellige: conoscenze e competenze”, per la sua registrazione a nome dell’Algeria nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità presso l’UNESCO”, ha annunciato a Béjaia Soraya Mouloudji, Ministro della Cultura e delle Arti, in apertura del Mese del Patrimonio (18 aprile-18 maggio), ricordando che il suo Paese conta “11 elementi immateriali nelle liste del patrimonio culturale Patrimonio dell’Umanità” e che nel marzo 2023 è stato presentato un dossier per la “classificazione degli abiti tradizionali dell’Algeria orientale” nella lista dell’UNESCO. Il “dossier comune arabo relativo all’henné” presentato all’ONU sarà “esaminato nel dicembre 2024”, ha precisato.

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Dopo il tentativo di appropriazione da parte degli algerini del caftano Ntaâ di Fez, il Marocco ha deciso nell’agosto 2023 di proteggere il suo patrimonio immateriale composto da numerosi saperi ancestrali. “Per evitare la politicizzazione di alcuni dossier relativi alla cultura marocchina (registrazione del patrimonio dell’UNESCO, ndr), metteremo in atto misure giuridiche riconosciute a livello internazionale per proteggere il nostro patrimonio immateriale composto da numerosi saperi ancestrali”, aveva spiegato a Media24 Mehdi Bensaïd, ministro della Cultura, assicurando che le garanzie attualmente in fase di elaborazione costituiscono un freno a possibili tentativi stranieri di appropriarsi parzialmente del know-how marocchino.

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