Testimonianze
Articolo riservato agli abbonati
Di età compresa tra i 16 e i 30 anni, gli ebrei ci raccontano il sentimento di solitudine seguito all’attacco di Hamas, la violenza di alcuni loro cari e la loro voglia di combattere.
Nonostante quest’anno disastroso, quest’anno di lutto, Juliette è frizzante, viva. Il suo maglione nero fa brillare ancora di più il suo rossetto. In questo caffè pieno di libri vicino al municipio di Parigi, il suo quartiere, parla velocemente: “Nella mia cerchia ristretta, c’è stata una profonda incomprensione su ciò che ha significato per noi ebrei ciò che è accaduto il 7 ottobre 2023 in Israele. Normalmente, un simile massacro, donne violentate, persone torturate, provocano empatia. I miei cari, che costituivano la mia cerchia sociale, hanno scelto il campo politico. E non quello dell’amicizia. Non capivano perché mi sentivo male”. Juliette Livartowski, produttrice e autrice di podcast. Per questa giovane trentenne di sinistra, la sua ebraicità, più culturale che religiosa, è inscritta, dice, “In [s]una sedia»quello di una famiglia segnata dalla Shoah.
Per quanto riguarda migliaia di J