“Non sono molto ottimista per il futuro”, lamenta la giornalista Anne-Isabelle Tollet

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Esperta di conflitti nel Vicino e Medio Oriente, la giornalista Anne-Isabelle Tollet, reporter senior di CNEWS, fornisce la sua analisi sulla conflagrazione in corso nella regione, un anno esatto dopo i massacri dei terroristi di Hamas del 7 ottobre 2023.

Dice di “non essere molto ottimista per il futuro”. Mentre questo lunedì, 7 ottobre 2024, segna il primo triste anniversario dell’attacco terroristico di Hamas contro la popolazione israeliana, la giornalista senior del CNEWS Anne-Isabelle Tollet rimane, a dir poco, riservata riguardo al futuro.

Specialista dei conflitti nel Vicino e Medio Oriente, “AI”, il suo soprannome, ritiene improbabili sviluppi positivi nella guerra, soprattutto dopo il massiccio attacco sferrato dall’Iran contro lo Stato ebraico la settimana scorsa.

Martedì sera, la Repubblica islamica ha lanciato circa 200 missili verso Israele, nel suo secondo attacco diretto contro il suo nemico giurato, dopo gli attacchi missilistici e di droni di aprile.

“La guida suprema iraniana Ali Khamenei ha appena annunciato che Israele non ha molto tempo a disposizione”, sostiene il giornalista, citando i commenti dell’ayatollah, che ha addirittura accolto con favore la lotta degli Hezbollah libanesi.

Si teme un attacco iraniano contro Israele il 7 ottobre

Dal punto di vista degli islamisti, la guida suprema ha così reso un “servizio vitale all’intera regione”, sottolinea. In questo contesto, “non c’è nemmeno più bisogno di chiedersi se esiste il rischio di escalation, siamo già arrivati”, lamenta Anne-Isabelle Tollet.

Peggio ancora: questo lunedì, 7 ottobre, si potrebbe temere un nuovo attacco dell’Iran contro Israele: “Sono favorevoli a lanciare attacchi in date importanti. C’è quindi da temere un attacco iraniano”, prevede.

Il giornalista conosce perfettamente i meccanismi che operano nella regione, essendosi specializzato da più di dieci anni in aree sensibili come l’Afghanistan o il Pakistan. Si era anche mobilitata per più di dieci anni per salvare Asia Bibi, una cristiana pakistana condannata a morte per blasfemia nel 2010.

Per quanto riguarda l’Iran, Anne-Isabelle Tollet beneficia di una certa competenza, paese che ha visitato più volte. Un anno fa, il 7 ottobre 2023, lo stesso giorno del sanguinoso attacco di Hamas, era in Iran quando Israele fu attaccato da Hamas.

Da questa esperienza, a diretto contatto con il popolo iraniano, ha tratto un nuovo libro “Il Viaggio Proibito. Un tuffo clandestino nell’Iran di oggi” pubblicato il mese scorso da Le Cherche midi. Una testimonianza preziosa e lontana dalla propaganda dei mullah fatta contro lo Stato ebraico.

“Ero per strada, accompagnato dalla mia guida locale Colette, quando abbiamo notato un’improvvisa gioia tra il popolo iraniano, senza capirne veramente il motivo”. Fu quando tornò nella sua camera d’albergo, una volta accesa la televisione, che apprese che si trattava di un attacco di Hamas contro Israele.

“Gli iraniani erano molto favorevoli agli israeliani”

“In TV ho assistito per lo più a semplice propaganda. Abbiamo parlato dell’attacco a Gaza senza menzionare la risposta”. Giunta clandestinamente nel Paese, la sera, la grande reporter ha fatto di tutto “come un’adolescente” per incontrare il popolo iraniano. E infine, contrariamente a quanto la televisione locale voleva far credere: “gli iraniani erano molto favorevoli agli israeliani”.

Per le strade, giovani altamente istruiti hanno gridato “Abbasso il dittatore!”, dimostrando di condannare totalmente gli attacchi di Hamas, qualunque cosa le autorità volessero far credere alla gente. “I giovani sono molto consapevoli di ciò che accade intorno a loro”, assicura Anne-Isabelle Tollet. Il generale è stufo di questa presa in ostaggio di una dittatura democratica”.

Inviato in Israele una settimana dopo gli attentati, il giornalista non ha potuto fare a meno di cercare di scoprire come si sentissero i sopravvissuti annidati nei kibbutz e come percepissero il conflitto iraniano. “Anche in questo caso, gli israeliani sono molto favorevoli agli iraniani. Sono i media locali che cercano di far credere che ci sia una guerra tra i due popoli, quando in realtà, da entrambe le parti, tutti sanno quello che fanno e si sostengono a vicenda”.

Per quanto riguarda invece eventuali aiuti da parte iraniana a Israele, la questione non è attuale. “Prima di voler entrare in guerra per aiutare qualcuno, il popolo iraniano deve prima riuscire a salvarsi dalle autorità locali”, spiega Anne-Isabelle Tollet. Una guerra civile tra polizia e governo contro la popolazione che potrebbe finire in fretta, visto che “il 60% della popolazione iraniana ha meno di 30 anni”.

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