Burkina: dopo BBC e VOA, sospensione di TV5 e dei siti di informazione | TV5MONDE

Burkina: dopo BBC e VOA, sospensione di TV5 e dei siti di informazione | TV5MONDE
Descriptive text here
-

Dopo la BBC e Voice of America, il Burkina Faso ha sospeso per due settimane per due settimane la televisione francofona TV5 Monde e diversi siti d’informazione stranieri, tutti accusati di aver trasmesso un servizio che accusava l’esercito di aver ucciso.

Il Consiglio Superiore della Comunicazione (CSC) ha deciso “di sospendere la trasmissione dei programmi televisivi internazionali TV5 Monde in Burkina Faso per un periodo di due settimane”, indica un comunicato stampa ricevuto domenica dall’AFP.

L’autorità per le comunicazioni ha inoltre deciso di “sospendere l’accesso ai siti web di TV5 Monde dal territorio del Burkina Faso fino a nuovo avviso”. Lo stesso vale per i siti della radio internazionale tedesca Deutsche Welle, dei principali quotidiani francesi Ouest-France e Le Monde.fr, del quotidiano britannico The Guardian, del portale di notizie africano Apanews e del sito web dell’agenzia di informazione economica AgenceEcoFin con sede in Svizzera. e Camerun.

Questa nuova serie di sospensioni arriva due giorni dopo quella delle radio britanniche e americane BBC e Voice of America (VOA), per un periodo di due settimane.

Come nel caso di questi due media, il CSC giustifica le nuove sospensioni trasmettendo il contenuto di un rapporto di Human Rights Watch (HRW) pubblicato giovedì e accusando l’esercito burkinabè, che combatte i gruppi jihadisti armati, di aver “giustiziato almeno 223 civili, tra cui a almeno 56 bambini, in due villaggi il 25 febbraio”.

Il CSC sostiene di aver “rilevato nei contenuti pubblicati su questi diversi media, dichiarazioni perentorie e tendenziose contro l’esercito burkinabè, senza alcuna precauzione”, che “costituiscono disinformazione suscettibile di portare discredito all’esercito burkinabè”.

In una dichiarazione rilasciata sabato in merito al rapporto di HRW, il ministro della Comunicazione burkinabé Rimtalba Jean Emmanuel Ouédraogo ha affermato che “il Burkina Faso respinge e condanna con forza tali accuse infondate”.

“Campagna mediatica”

“Gli omicidi di Nodin e Soro hanno dato luogo all’apertura di un’indagine giudiziaria”, aggiunge, esprimendo sorpresa che “mentre questa indagine è in corso per chiarire i fatti e identificare i loro autori, HRW è riuscita, attraverso una sconfinata immaginazione, a identificare +i colpevoli+ e pronuncerà il suo verdetto”.

Ouédraogo ritiene che “la campagna mediatica orchestrata attorno a queste accuse dimostra chiaramente l’intenzione non riconosciuta di questi autori, che è quella di screditare le nostre forze combattenti impegnate sul campo dell’onore, a rischio della loro vita, nella messa in sicurezza del territorio e nella protezione delle popolazioni e dei loro beni contro gli attacchi terroristici.

Le forze armate non possono essere “allo stesso tempo autori di atti spregevoli come quelli accusati contro queste stesse popolazioni”, afferma.

Secondo il portavoce, “tutte le accuse di violazioni e abusi dei diritti umani denunciate nell’ambito della lotta al terrorismo vengono indagate sistematicamente”, seguito dal governo e dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani.

Reporter Senza Frontiere (RSF) ha denunciato “decisioni gravi e abusive” in una e-mail inviata all’AFP. L’Ong che difende la libertà di stampa “ricorda alle autorità che la diffusione di informazioni di interesse generale sulla situazione della sicurezza nel Paese non deve essere il pretesto per i peggiori attacchi registrati contro i media negli ultimi mesi”.

Queste nuove sospensioni seguono quelle, temporanee o permanenti, adottate nei confronti di diversi altri media stranieri – soprattutto francesi – da quando il capitano Ibrahim Traoré è salito al potere nel settembre 2022.

Il Burkina Faso è guidato dal 2022 da un regime militare risultante da due colpi di stato, uno a gennaio, l’altro a settembre.

Dal 2015 si confronta con la violenza jihadista attribuita ai movimenti armati affiliati ad Al-Qaeda e allo Stato islamico, che ha provocato circa 20.000 morti e oltre due milioni di sfollati interni.

-

PREV L’autorità di regolamentazione dell’aria statunitense apre un’indagine sul Boeing 787
NEXT “Molti morti” e “decine feriti”: intensi attacchi su Rafah e trattative di tregua al Cairo