Netanyahu “molto irritato” dal possibile mandato di arresto della CPI contro di lui (media israeliani)

Netanyahu “molto irritato” dal possibile mandato di arresto della CPI contro di lui (media israeliani)
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AA/Gerusalemme/

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu sarebbe “eccessivamente irritato” all’idea di un mandato d’arresto da parte della Corte penale internazionale (CPI) contro di lui, indica il quotidiano israeliano Maariv citando fonti anonime.

Il giornale rileva che Netanyahu è “eccessivamente spaventato e teso” circa la possibilità di un mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale.

Secondo il giornale, negli ultimi giorni Netanyahu ha fatto numerose telefonate a leader e funzionari internazionali, tra cui il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, nel tentativo di impedire che venisse emesso un mandato di arresto nei suoi confronti.

Secondo quanto riferito, il primo ministro israeliano ha cercato di fare pressione indirettamente sul presidente Biden affinché agisse contro il possibile mandato di arresto.

“Sotto la mia guida, Israele non permetterà che il suo diritto all’autodifesa venga minato dall’iniziativa della CPI. La minaccia di arrestare i leader e i soldati dell’unica democrazia del Medio Oriente e dell’unico stato ebraico al mondo è inaccettabile. Lo faremo. non sottomettervi”, ha scritto Netanyahu in un messaggio pubblicato venerdì sulla piattaforma X.

Il canale televisivo israeliano Channel 13 ha riferito che il Consiglio di sicurezza nazionale sta valutando la possibilità di emettere un mandato di arresto internazionale per Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e il capo di stato maggiore Herzi Halevi.

Secondo quanto riferito, Netanyahu sta valutando la possibilità di incontrare i suoi omologhi di Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Austria per contrastare una possibile decisione della Corte penale internazionale.

Separatamente, il ministro israeliano degli Affari strategici Ron Dermer e l’ambasciatore israeliano a Washington Mike Herzog dovrebbero parlare con il Congresso americano e l’amministrazione del presidente americano Joe Biden.

*Tradotto dal turco da Alex Sinhan Bogmis

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