La ONG MSF mette in guardia dall’allarmante aumento delle violenze sessuali nell’est del Paese

La ONG MSF mette in guardia dall’allarmante aumento delle violenze sessuali nell’est del Paese
La ONG MSF mette in guardia dall’allarmante aumento delle violenze sessuali nell’est del Paese
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In un rapporto pubblicato lunedì 30 settembre 2024, Medici Senza Frontiere (MSF) lancia l’allarme sull’allarmante aumento della violenza sessuale nella RDC. La ONG annuncia che avrà curato più di 25.000 vittime nel 2023, ovvero più di due vittime all’ora. La violenza, particolarmente concentrata nella provincia del Nord Kivu, continuerà a crescere nel 2024. Questo dato, il più alto mai registrato dalla ONG nel Paese, rappresenta un aumento significativo rispetto agli anni precedenti, dove la media annuale ha raggiunto circa 10.000 vittime.

Il 91% delle vittime trattate da MSF nel 2023 proviene dal Nord Kivu, regione devastata dai combattimenti tra il gruppo armato M23 sostenuto da Kigali e l’esercito congolese sostenuto dalle milizie locali, Wazalendo.

Per MSF, nei campi sfollati intorno a Goma, la violenza sessuale è particolarmente “allarmante”. È in questi siti sovraffollati che la stragrande maggioranza delle vittime viene curata dalle équipe di MSF: quasi 18.000 donne violentate. Il rapporto rivela che donne e ragazze, che costituiscono il 98% delle vittime, vengono aggredite durante semplici attività quotidiane, come andare a prendere la legna o l’acqua.

Secondo MSF, 8.115 donne hanno richiesto un aborto, di cui il 94% nelle località intorno a Goma. Alcune vittime sono risultate positive al test dell’HIV o ad altre infezioni a trasmissione sessuale.

Questi dati di MSF non sono esaustivi; molte vittime di violenza sessuale non si rivolgono alle strutture sanitarie. Christopher Mambula, responsabile del programma di MSF nella RDC, descrive una situazione in cui due terzi degli attacchi avvengono sotto la minaccia delle armi.

La tendenza non potrà che peggiorare nel 2024. Solo nei primi cinque mesi dell’anno, il Nord Kivu ha già registrato più di 17.000 vittime, pari al 70% del totale del 2023.

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