L’Unione Europea apre un’indagine sugli appalti pubblici cinesi di dispositivi medici

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In un contesto di crescenti tensioni commerciali con Pechino, l’Unione Europea (UE) ha aperto, mercoledì 24 aprile, un’indagine sugli appalti pubblici cinesi di dispositivi medici, presumendo l’esistenza di pratiche “discriminatorio” contro i suoi prodotti. Bruxelles sospetta che la Cina favorisca i fornitori locali su questo mercato, in particolare attraverso la politica del “buy in China”, secondo l’avviso di apertura dell’indagine pubblicato in Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

Se queste misure discriminatorie non finiranno, la procedura consentirà all’UE di penalizzare le aziende cinesi nelle gare europee. Pechino ha subito accusato l’Europa di “protezionismo”.

Proclamando la fine dell’ingenua Europa, l’UE si è dotata negli ultimi anni di un arsenale senza precedenti per combattere le pratiche commerciali discriminatorie di cui si considera vittima, in particolare in Cina. Negli ultimi mesi Bruxelles ha aperto una serie di procedure contro Pechino in diversi settori: automobili, ferrovie, pannelli solari e turbine eoliche.

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Accesso limitato al mercato cinese

L’indagine avviata mercoledì dovrà accertare i fatti entro nove mesi. Si tratta della prima procedura aperta nell’ambito di un nuovo meccanismo adottato dall’UE nel 2022 per ottenere l’accesso ai mercati pubblici esteri.

La Commissione Europea accusa il colosso asiatico di “promuovere l’acquisizione di dispositivi medici e servizi sanitari nazionali”Di “limitare l’acquisto di beni importati” e di imporre nelle sue procedure di acquisto centralizzato dei dispositivi medici “Condizioni che portano alle offerte [de prix] livelli anormalmente bassi che non possono essere supportati dalle società a scopo di lucro”, secondo l’avviso pubblicato mercoledì. Questi “importare misure e pratiche restrittive in modo significativo e sistematico svantaggioso” Le imprese europee, ritiene la Commissione.

Sono previste consultazioni con le autorità cinesi affinché accettino di aprire il loro mercato. Se, alla fine dell’indagine, l’UE non riuscisse a ottenere la reciprocità, potrebbe aumentare significativamente le offerte delle aziende cinesi di dispositivi medici in Europa, il che impedirebbe loro di fatto di essere competitive. Le sanzioni possono arrivare anche a una “esclusione totale” delle imprese cinesi negli appalti pubblici del settore.

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L’Unione Europea stima che i suoi appalti pubblici siano aperti al 95% alla concorrenza del resto del mondo, mentre le aziende europee non hanno quasi alcun accesso ai mercati pubblici cinesi.

La Cina denuncia “segnali protezionistici”

“L’UE ha spesso utilizzato i suoi strumenti commerciali e le misure di sostegno al commercio, ma queste non fanno altro che inviare segnali protezionistici, prendere di mira le aziende cinesi e danneggiare l’immagine dell’UE”ha protestato mercoledì il portavoce diplomatico cinese Wang Wenbin.

In un altro quadro normativo, nel settembre 2023 l’UE ha avviato un’indagine sui sussidi pubblici cinesi per le automobili elettriche, minacciando di aumentare i dazi doganali su questi prodotti al fine di difendere l’industria europea di fronte ai prezzi giudicati. “artificialmente basso”. A metà febbraio l’UE ha preso di mira una filiale dell’impresa ferroviaria cinese CRRC, numero uno al mondo nel settore, spingendo il gruppo statale, accusato di beneficiare di sovvenzioni, a ritirarsi da una gara per la fornitura di treni elettrici in Bulgaria.

Il 3 aprile la Commissione ha anche annunciato un’indagine contro due consorzi comprendenti gruppi cinesi, candidati a progettare, costruire e gestire un parco fotovoltaico in Romania. Prima di aprire, pochi giorni dopo, un’inchiesta contro i produttori di turbine eoliche sovvenzionate da Pechino e sospettate di distorcere il mercato in Europa.

Martedì gli eurodeputati hanno anche votato per vietare i prodotti realizzati con il lavoro forzato, una misura che potrebbe riguardare la produzione cinese che coinvolge la minoranza musulmana uigura.

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Il mondo con l’AFP

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