CAPIRE TUTTO – Deportare tutti i clandestini in Ruanda, la legge britannica che fa scandalo

CAPIRE TUTTO – Deportare tutti i clandestini in Ruanda, la legge britannica che fa scandalo
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I parlamentari britannici hanno adottato nella notte di martedì 23 aprile un disegno di legge che consente l’espulsione verso il Ruanda di tutti i richiedenti asilo entrati illegalmente nel Regno Unito. La comunità internazionale chiede un’inversione di rotta.

Una maratona politica e giudiziaria durata quasi due anni si è conclusa nella notte tra lunedì e martedì 23 aprile. I membri della Camera dei Comuni britannica hanno approvato una legge che consente la deportazione in Ruanda dei richiedenti asilo entrati illegalmente nel Regno Unito.

Un voto “storico” nelle parole del primo ministro Rishi Sunak, che ha ereditato il progetto dal suo predecessore Boris Johnson. La comunità internazionale denuncia questo processo nel suo insieme.

• Cosa dice la legge?

Quando fu concepito due anni fa, questo progetto di accordo sulla migrazione tra Ruanda e Regno Unito fu visto dal governo come una risposta alla crisi, quando un numero record di persone (45.000) aveva attraversato clandestinamente la Manica a bordo di canoe. L’obiettivo: rimandare in Ruanda i richiedenti asilo – da qualunque parte provengano – entrati illegalmente nel Regno Unito.

Ma cosa ci guadagna il Ruanda? Un trattato che prevede una collaborazione quinquennale prevede due controparti. In primo luogo, gli inglesi accettano di accogliere un numero imprecisato di “rifugiati più vulnerabili” che attualmente vivono in Ruanda.

Poi, secondo il Guardian, questo accordo è condizionato al pagamento di un “fondo per la trasformazione e l’integrazione economica” di 120 milioni di sterline (quasi 140 milioni di euro), a cui si aggiungono dalle 20.000 alle 30.000 sterline (tra 23.000 e 34.000 euro). supplemento a persona per il volo per il Ruanda e i primi tre mesi di alloggio nel paese. Secondo Le Monde, l’accordo definitivo e aggiornato riguarda una dotazione complessiva di 500 milioni di sterline (più di 581 milioni di euro).

Tuttavia, il numero di persone che potrebbero essere coinvolte in questo accordo non è stato specificato. Il governo britannico afferma di aver aperto 2.200 posti di custodia cautelare per gestire le controversie. Nel luglio 2022, il Ruanda ha assicurato che alla fine sarebbe stato in grado di ospitare… Solo 200 persone. Tuttavia, ha promesso di aumentare rapidamente la sua capacità, come ha spiegato The Standard.

• Come avverranno le espulsioni?

Lunedì, poche ore prima dell’adozione del disegno di legge, il primo ministro Rishi Sunak ha assicurato che non appena la legge sarà approvata, le autorità saranno pronte ad attuarla rapidamente. Secondo lui, il governo è “pronto” a deportare i richiedenti asilo in Ruanda entro 10-12 settimane, una volta adottata la legge.

“Siamo pronti”, “questi voli decolleranno, qualunque cosa accada”, ha insistito il primo ministro in mattinata in conferenza stampa.

Il governo ha già mobilitato diverse centinaia di dipendenti, compresi i giudici, per esaminare rapidamente i possibili ricorsi dei migranti illegali, che saranno allo stesso tempo posti in custodia cautelare.

Gli “aerei charter” sono stati prenotati, ha detto il primo ministro, mentre secondo i media britannici l’amministrazione fatica a convincere le compagnie aeree a contribuire alle espulsioni.

“Nessun tribunale straniero ci impedirà di far decollare gli aerei”, ha insistito Rishi Sunak, ripetendo il mantra dei conservatori dopo il blocco delle prime espulsioni verso il Ruanda da parte della giustizia europea.

• Opposizione politica, ricorsi legali… Perché il progetto è rimasto inattivo per due anni?

Rishi Sunak eredita un cavallo da passeggio che non era suo. Il voto è il risultato del passaggio del testimone tra tre capi di governo conservatori, un percorso irto di insidie ​​politiche e giuridiche.

Sul piano giuridico, la legge prevale su una decisione della Corte Suprema che, il 15 novembre 2023, ha giudicato “illegale” l’accordo con il Ruanda. Il motivo: lì la sicurezza dei richiedenti asilo non era garantita. Tuttavia, la legge ora impedisce ai giudici di pronunciarsi sulla sicurezza del Ruanda, e quindi impedisce che le espulsioni vengano messe in discussione.

Sul piano politico, altri diversi ostacoli hanno ritardato l’attuazione di questa legge, vale a dire un “ping-pong” tra la Camera alta e la Camera bassa. I Lords, l’organismo i cui rappresentanti non sono eletti, hanno moltiplicato gli emendamenti per bloccare il testo così com’è.

Uno di questi era impedire che anche gli afgani che avevano prestato servizio nell’esercito britannico fossero coperti dall’accordo. A parte un accordo verbale, la partita alla fine non è finita a loro favore. Il campo conservatore è stato particolarmente inflessibile, con gli occhi puntati sulle future elezioni legislative.

• Cosa ne pensa la comunità internazionale?

Crescono le richieste internazionali affinché il Regno Unito fermi le deportazioni. L’Onu ha chiesto a Londra di “riconsiderare il suo piano”, denunciando le leggi britanniche “sempre più restrittive” che hanno “eroso l’accesso alla protezione dei rifugiati” negli ultimi due anni.

L’Alto Commissario per i diritti umani, Volker Türk, ha invitato il governo ad “adottare invece misure pratiche per combattere i flussi irregolari di rifugiati e migranti, sulla base della cooperazione internazionale e del rispetto del diritto internazionale dei diritti umani”, si legge nella dichiarazione citata. a cura dell’Agence France Presse.

Il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Michael O’Flaherty, da parte sua ha definito questa legge un “attacco all’indipendenza della magistratura”. Il Consiglio d’Europa riunisce 46 membri, tra cui il Regno Unito, che è il depositario della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. È da questo che nel giugno 2022 un primo volo per il Ruanda è stato bloccato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo;

Da parte sua, il Ruanda si è detto “soddisfatto”, mentre il portavoce del governo Yolande Makolo ha aggiunto che le autorità sono “impazienti di accogliere le persone trasferite in Ruanda”.

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