Almeno 16 migranti sono stati uccisi quando la loro barca è affondata al largo delle coste di Gibuti, ha annunciato martedì l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM). Ne mancano altri ventotto.
“Le operazioni di ricerca e salvataggio da parte delle autorità locali e dell’OIM sono in corso”, ha detto l’organizzazione delle Nazioni Unite su X. Secondo l’agenzia, a bordo della barca c’erano 77 migranti, “tra cui almeno un bambino”. L’Oim non specifica se quest’ultimo sia una delle persone che potrebbero essere state soccorse.
Si tratta del secondo naufragio segnalato dall’OIM al largo delle coste di Gibuti in poche settimane. L’8 aprile sono morti almeno 38 migranti, compresi bambini.
La “rotta orientale”, percorsa dai migranti provenienti dal Corno d’Africa per raggiungere l’Arabia Saudita attraverso lo Yemen dilaniato dalla guerra, è considerata dall’agenzia delle Nazioni Unite “una delle rotte migratorie più importanti, pericolose e complesse dell’Africa e del mondo”. ‘.
L’8 aprile, l’OIM stimava che almeno 698 persone, tra cui donne e bambini, sarebbero morte lungo la rotta orientale nel 2023, ma “questa cifra potrebbe essere più elevata poiché alcune tragedie passano spesso inosservate”.
Nel novembre 2023, 64 migranti sono scomparsi, presumibilmente morti in mare, durante un naufragio al largo delle coste dello Yemen, ricorda l’OIM. Oltre ai naufragi, i migranti si confrontano lungo il percorso con “la fame, i rischi per la salute, i trafficanti e altri criminali” e la mancanza di “assistenza medica, cibo, acqua e riparo”, sottolinea l’organizzazione.
Secondo l’OIM, gli etiopi rappresentano il 79% dei circa 100.000 migranti che arriveranno nello Yemen nel 2023 dalle coste di Gibuti o della Somalia, il resto sarà costituito da somali. La maggior parte di loro cita ragioni economiche per la loro partenza, ma alcuni sottolineano anche la violenza o i disastri climatici in Etiopia.
/ATS
