In Russia si sta diffondendo il reclutamento di prigionieri nell’esercito per combattere

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Soldati russi in Ucraina, in un’immagine tratta da un video pubblicato dal Ministero della Difesa russo, 9 aprile 2024. SERVIZIO STAMPA MINISTERO DELLA DIFESA RUSSO/ VIA AP

Possiamo solo immaginare la sorpresa di Oleg Orlov quando, a metà marzo, pochi giorni dopo la sua condanna per “screditare l’esercito”, l’amministrazione penitenziaria gli fece il seguente accordo: invece di scontare la pena di due anni e mezzo di carcere, arruolarsi nel l’esercito per combattere sul fronte ucraino.

Né l’età (70 anni) del difensore dei diritti umani e cofondatore della famosa ONG Memorial, sciolta nel dicembre 2021, né il suo status di feroce oppositore della guerra hanno scoraggiato i reclutatori. La stampa ufficiale russa, riferendosi all’aneddoto, ha confermato che la procedura era perfettamente regolare e che il contratto è stato offerto a ciascun detenuto.

La scomparsa del gruppo mercenario Wagner, che aveva fatto del reclutamento carcerario una specialità, non fece in alcun modo scomparire tale pratica. Anche prima della morte del suo leader e fondatore Yevgueni Prigojine, nell’agosto del 2023, questa prerogativa era stata recuperata dal Ministero della Difesa. Da allora, diversi testi normativi si sono succeduti per inquadrarlo.

L’ultima legge, adottata dalla Duma il 19 marzo, completa la definizione di reclutamento nei luoghi di detenzione. Innovazione principale: la possibilità offerta agli imputati di impegnarsi ancor prima che venga pronunciata una condanna, la firma di un contratto con l’esercito ha come conseguenza immediata l’arresto del procedimento giudiziario e anche delle indagini.

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Il testo fissa anche una pratica osservata sul campo da diversi mesi: non si tratta più di una grazia presidenziale ottenuta dopo sei mesi di servizio, ma di una “libertà condizionale anticipata” approvata da un giudice, che può solo risultare in liberazione definitiva alla fine della guerra. Su questo punto i detenuti sono ormai alla pari dei civili mobilitati nel settembre 2022, ai quali non viene offerta alcuna prospettiva di ritorno.

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Solo i prigionieri che hanno ricevuto una medaglia o coloro il cui infortunio impedisce loro di continuare il servizio possono sperare di tornare a casa. Un’opportunità offerta alla corruzione, assicurano gli esperti, che evidenziano anche una vaghezza nella formulazione della legge: non è specificato da nessuna parte che il criminale deve andare al fronte, ma solo che deve firmare un contratto. Coloro che hanno collegamenti potranno quindi restare indietro.

Sono benvenuti stupratori e assassini

Diversi funzionari pubblici, eletti locali o imprenditori accusati di corruzione hanno già affermato di volerlo “riscattare la propria colpa con il sangue”, secondo l’espressione usata nel novembre 2023 dal portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. Più originale, il marito di una famosa blogger accusata di frode fiscale, Elena Blinovskaïa, ha annunciato il suo impegno “riabilitare” lui e sua moglie ottengono la clemenza dai giudici. Si scopre che si è unito a una di quelle unità VIP e assembla droni.

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