Continuano le manifestazioni filo-palestinesi nel campus della Columbia a New York, teatro di tensioni da giovedì

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Gli studenti che manifestano chiedono in particolare che la loro università, che ha un programma di scambio con Tel Aviv, boicotti tutte le attività legate a Israele.

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Pubblicato il 22/04/2024 22:35

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I manifestanti occupano un accampamento a sostegno della Palestina sul terreno della Columbia University a New York il 22 aprile 2024. (DAVID DEE DELGADO / GETTY IMAGES NORD AMERICA / AFP)

Rimetti le cose in ordine.” E’ questo l’obiettivo del rettore della New York Columbia University, che lo annuncia in un comunicato stampa che tutti i corsi si svolgeranno a distanza” Lunedì 22 aprile. Le tensioni continuano ad aumentare dal 18 aprile, quando un centinaio di partecipanti all’evento manifestazioni filo-palestinesi è stato arrestato nel campus. In risposta a questi arresti, gli studenti si sono riuniti nelle università di tutto il paese.

Nel campus della Columbia, gli studenti arrivano al punto di stabilirsi in tende per evitare di essere sfrattati. Chiedono, tra l’altro, che l’università, che ha un programma di scambio con Tel Aviv, boicotti tutte le attività legate a Israele. “C’è stato un grande dibattito sull’opportunità o meno di mobilitare la polizia”, ha affermato Nemat Shafik nel suo comunicato stampa. La polizia non può intervenire nel campus senza il consenso dell’università, che è simile alla proprietà privata.

“È un argomento molto, molto delicato. Stiamo cercando di fare del nostro meglio“Lo ha detto lunedì Mike Gerber, capo degli affari legali della polizia di New York, in una conferenza stampa. “Non sarà tollerata alcuna forma di violenza. Danni alla proprietà di qualsiasi tipo. E ciò include molestie, minacce, (…) o qualsiasi altra forma di tale natura.”Ha aggiunto.

Dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas, i campus americani sono stati teatro di tensioni e si sono levate voci per denunciare l’aumento dell’antisemitismo. I repubblicani hanno affrontato l’argomento e, dopo un’accesa audizione al Congresso, la presidente dell’Università della Pennsylvania Elizabeth Magill, poi la sua controparte di Harvard Claudine Gay si sono dimesse, rispettivamente a dicembre e gennaio.

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