Guerra a Gaza: Hamas rinvia la risposta alla tregua e insiste per un cessate il fuoco permanente

Guerra a Gaza: Hamas rinvia la risposta alla tregua e insiste per un cessate il fuoco permanente
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“Hamas riafferma le sue richieste e quelle del nostro popolo: un cessate il fuoco permanente, il ritiro dell’esercito occupante da tutta la Striscia di Gaza, il ritorno degli sfollati nelle loro aree e luoghi di residenza,” l’intensificazione dell’ingresso di aiuti umanitari e l’avvio della ricostruzione”, ha affermato in un comunicato stampa il movimento islamico palestinese, nella sua risposta ai mediatori egiziani e del Qatar su una proposta di tregua con Israele, senza respingere esplicitamente il contenuto del progetto

Gli emissari di Israele e Hamas si sono incontrati domenica scorsa al Cairo con quelli di Egitto, Qatar e Stati Uniti per l’ennesimo tentativo di negoziato indiretto con l’obiettivo di trovare un accordo di tregua nella Striscia di Gaza dopo sei mesi di guerra. Finora i protagonisti non avevano risposto in modo chiaro alla loro proposta di accordo che prevedeva il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza in cambio di detenuti palestinesi, accompagnato da un aumento degli aiuti umanitari.

Un “ritiro dalla Striscia di Gaza” impossibile, secondo Netanyahu

Il leader di Hamas Ismaïl Haniyeh ha dichiarato mercoledì che la morte di tre dei suoi figli in un attacco israeliano nel nord della Striscia di Gaza non farà vacillare le sue richieste nei confronti di Israele da parte del movimento islamico, al potere nel territorio dal 2007. “Le nostre richieste sono chiare e non ci arrenderemo. Se il nemico crede che prendere di mira i miei figli al culmine dei negoziati e prima che Hamas dia la sua risposta, spingerà il movimento a cambiare posizione, si sbaglia”, ha detto Ismaïl Haniyeh, con sede a Doha, al canale Qatar Al- di Hamas. Jazeera.

Deciso a lanciare un’offensiva di terra a Rafah, nell’estremo sud del territorio palestinese, che presenta come l’ultimo grande bastione di Hamas, al potere dal 2007 nella Striscia di Gaza, il primo ministro israeliano Netanyahu ha accusato Hamas di essere “l’unico ostacolo ” ad un accordo che possa “permettere la liberazione degli ostaggi”, citando in particolare come principale punto di disaccordo “la fine della guerra e il ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza” chiesto dal movimento islamista.

La prima e ultima tregua risale a novembre

Il 25 marzo il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha adottato la prima risoluzione per il “cessate il fuoco”, con l’astensione degli Stati Uniti. La Francia, tramite il suo ambasciatore all’Onu, aveva chiesto un “cessate il fuoco permanente” dopo il Ramadan. Per Nicolas de Rivière il Consiglio dovrà “lavorare per la ripresa e la stabilizzazione di Gaza, infine e soprattutto dovrà rimettere in carreggiata un processo politico volto a realizzare la soluzione dei due Stati, l’unica capace di garantire la pace”, ha aggiunto, precisando che la Francia sta preparando una risoluzione del Consiglio al riguardo.

Dopo una prima e ultima tregua di una settimana, alla fine di novembre, che ha consentito la liberazione di un centinaio di ostaggi in cambio dei palestinesi imprigionati da Israele, si sono svolte diverse serie di trattative tra i protagonisti attraverso mediatori internazionali al Cairo, a Doha, a Parigi . Invano.

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