Il bilancio di Michel Barnier si basa su ipotesi “ottimistiche”, secondo il Consiglio superiore delle finanze pubbliche

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Pierre Moscovici, presidente della Corte dei conti, durante la presentazione della relazione finanziaria annuale della Corte a Parigi, il 12 marzo 2024. DIMITAR DILKOFF/AFP

Dopo due anni di spettacolare scivolamento dei conti pubblici, di errori di previsione e forse di una dose di inganno, il bilancio per il 2025 preparato in due settimane da Michel Barnier è questa volta credibile? Sincero? Il Consiglio superiore delle finanze pubbliche, il primo ad esaminare la copia del governo, ha espresso giovedì 10 ottobre un parere contrastante.

Secondo questo organismo, che dipende dalla Corte dei Conti, gli obiettivi mostrati dal nuovo Primo Ministro non sembrano irragionevoli o incoerenti, come potevano essere quelli dei governi precedenti. Rimangono però molte ipotesi “ottimista”, e viene giudicata la previsione complessiva del disavanzo «fragile». Chiaramente, ridurre questo deficit pubblico al 5% del prodotto interno lordo (PIL) in un anno, come si propone l’esecutivo, si preannuncia molto complicato, senza sembrare del tutto impossibile. “Ci sono più ragioni rispetto agli anni passati, nessuna cautela ancora” riassume Pierre Moscovici, presidente del Consiglio superiore delle finanze pubbliche e della Corte dei conti.

Costruire il proprio budget su previsioni favorevoli per alleviare i vincoli iniziali è un grande classico. Ma questo può portare al peggio, per quanto riguarda il bilancio 2024. Nella sua presentazione da parte dell’allora ministro dell’Economia Bruno Le Maire, nel settembre 2023, il deficit dello Stato, delle comunità e della previdenza sociale dovrebbe così essere ridotto al 4,4% del. PIL. In realtà, le ipotesi iniziali, piuttosto irrealistiche, soprattutto per quanto riguarda le entrate fiscali e la spesa pubblica, non si sono concretizzate. Risultato: il deficit è salito al 6,1% a fine dicembre, secondo le ultime previsioni. Un divario gigantesco, dell’ordine di 52 miliardi di euro. Con il rischio di ulteriori spiacevoli sorprese da qui alla fine dell’anno.

Il giudizio sulla crescita “un po’ alto”

Quindi la previsione del deficit per il 2024 rimane “affettato da un’incertezza non trascurabile”, fa scivolare il Consiglio Superiore nel suo parere, rammaricandosi che, dopo l’allarme rosso di quest’estate, l’esecutivo non sia stato lanciato “misure frenanti più efficaci”. A causa della mancanza di maggioranza nell’Assemblea nazionale, Michel Barnier ha rinunciato, in particolare, a proporre una legge finanziaria di modifica per il 2024, che avrebbe permesso di aumentare immediatamente alcune tasse o cancellare alcune spese.

Leggi anche la decrittazione | Articolo riservato ai nostri abbonati Previsioni disavanzo pubblico: il disconoscimento del Consiglio superiore delle finanze pubbliche

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Per il 2025, lo scenario macroeconomico scelto dal governo “è generalmente fragile”, perché si basa ancora una volta su numerose ipotesi ottimistiche, rileva l’Alto Consiglio. Inflazione? Si prevede che sarà dell’1,8% nel 2025 “sembra un po’ elevato considerando l’entità del movimento disinflazione osservato dall’inizio di quest’anno”.

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