Nell’Ariège preoccupa un progetto di ricerca per esplorare una vecchia miniera di tungsteno

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Gli attivisti bloccano la strada di accesso alla miniera di tungsteno di Salau, nell’Ariège, il 20 settembre 2017. REMY GABALDA/AFP

Situata alla fine di una tortuosa strada dipartimentale nel cuore del parco naturale regionale dei Pirenei dell’Ariège, classificato Natura 2000, Salau è l’ultimo comune dell’Haut-Salat, zona di confine con la Spagna sulle creste dei Pirenei. È costituito da una chiesa romanica e da un caffè-locanda. Un cimitero completa il panorama di questo minuscolo villaggio dormiente, ma che una richiesta di permesso esclusivo di esplorazione mineraria (PERM), depositata il 20 giugno 2024 al Ministro dell’Economia e delle Finanze, potrebbe risvegliare.

La società Neometal, una società per azioni semplificata (SAS), ha creato una sorpresa, sperando di ottenere, per un periodo di cinque anni, l’esplorazione della vecchia miniera di tungsteno di Salau. Questa, aperta nel 1970 e gestita dalla Anglade Mining Company, chiuse però definitivamente nel dicembre 1986. Durante il periodo di attività, dai 23 chilometri di gallerie scavate a quota 1.230 si estraevano tra le 700 e le 1.000 tonnellate all’anno di questo metallo. metri, sul fianco orientale del massiccio granitico del Pic de la Fourque.

Tuttavia, a partire dal gennaio 1987, a causa del crollo dei prezzi legato alla concorrenza cinese, le attrezzature furono smantellate e i settantatré appartamenti della residenza Anglade furono svuotati dei loro occupanti. Sei mesi dopo, a luglio, a Salau erano rimasti solo cinque residenti.

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Oggi il tungsteno torna a stuzzicare l’appetito: questo materiale strategico, duro e altamente resistente al calore, viene utilizzato nell’industria aeronautica, spaziale, elettronica e nella produzione di armi.

Costato 12,56 milioni di euro, il progetto di esplorazione di 101 chilometri quadrati, denominato “Montagna dell’Ariége”, è stato presentato mercoledì 18 settembre a nove eletti riuniti nel consiglio dipartimentale dell’Ariège, a Foix. Il presidente della SAS, Emmanuel Henry, che non ha voluto rispondere alle nostre domande, ha illustrato le linee generali: dimensionamento del vecchio giacimento di tungsteno e stima di possibili ampliamenti verso tre comuni dell’Ariège, tra cui Auzat, villaggio della valle di Vicdessos devastato dalla chiusura dei la fabbrica di alluminio di Pechiney nel marzo 2003.

Opposizione farouche

“Questo incontro è stato una discussione solo sulle intenzioni”riferisce Kamel Chibli, vicepresidente socialista della regione dell’Occitania e presidente del Sindacato misto del Parco naturale regionale dei Pirenei dell’Ariège. “Non siamo né a favore né contro. Ma abbiamo sollevato dubbi e preoccupazioni, soprattutto sull’impatto ambientale. Abbiamo quindi stabilito una griglia di valutazione basata su nove criteri (rispetto delle procedure, affidabilità dei manager, ecc.). Questo progetto deve essere in mani sicure, serie e credibili per non essere né un miraggio né una predazione. »

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