A Indre, i delusi della sinistra si organizzano attorno a François Ruffin

A Indre, i delusi della sinistra si organizzano attorno a François Ruffin
A Indre, i delusi della sinistra si organizzano attorno a François Ruffin
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In una piccola stanza ristretta della Maison des associazioni di Châteauroux, questo sabato 28 settembre 2024, è iniziato un piccolo terremoto nell’accogliente mondo della politica locale. Intorno a un tavolo, sedici volti, otto donne e otto uomini, hanno risposto all’appello di Guillaume Chaussemy, sindaco di Pont-Chrétien-Chabenet, per il primo incontro ufficiale del collettivo “Gagner!”. a Indre”. L’iniziativa non è banale: questo collettivo si forma a sostegno delle idee dell’ex Insoumis François Ruffin, con un obiettivo chiaro: “pesare nel dibattito a sinistra”.

“Non voglio un guru come alla LFI”

“Questa è la prima voltalancia l’ex ribelle in apertura. Intorno al tavolo, per la maggior parte, non ci conosciamo. » Ma, dietro questa diversità, c’è il desiderio di reinventare l’azione politica che è essenziale. Per due anni, spiega, “Vogliamo implementare le idee di Ruffin quasi ovunque in Francia, e questo inizia qui, a casa, nell’Indre.”

Deluso da sinistra

Attorno al tavolo si delinea un quadro eterogeneo di attivisti e simpatizzanti delusi, stanchi dei tradizionali partiti di sinistra. Molti hanno lasciato il Partito Socialista (PS) dopo anni di disillusione, come Philippe Morin, che è entrato a Génération.s dopo il PS, per poi scontrarsi con una mancanza di democrazia interna. Dominique Fleurat, un tempo fervente socialista, ammette di essere passato a La France insoumise (LFI), ma ora si sente estraneo alla divisione che affligge la sinistra. La maggior parte, come Geneviève, ex membro dei Verdi, o Martine, ex attivista socialista, hanno rotto con i grandi partiti, stanchi dei dissidi interni e della mancanza di una prospettiva unitaria. Altri, come Véronique e Antoine, vengono senza legami politici, cercando di comprendere, forse per la prima volta, un’alternativa che parli davvero ai cittadini.

Dietro le parole, è onnipresente la critica a una sinistra frammentata, incapace di unirsi. “Non possiamo più permetterci di rimanere divisi di fronte all’ascesa dell’estrema destra”sottolinea Dominique Fleurat. Le testimonianze continuano ad arrivare. Philippe Morin, di Issoudun è chiaro: “Non voglio un guru come alla LFI. Sono per la democrazia partecipativa. Quello che voglio è un collettivo con un minimo di verticalità. »

“Dovremo dimostrare di cosa siamo capaci”

La formula fa appello. Martine René, lettrice di Fachiro fin dall’inizio, evoca il suo disgusto per la logica del voto per difetto. “Sono stufo dei ricatti elettorali. Ruffin incarna un’altra strada, anche se è ancora troppo morbido per la politica”lei crede.

Geneviève, ex membro dei Verdi, è più cauta: “Prima di dire alla gente di sostenere questo collettivo, dovremo mostrare di cosa siamo capaci. » Per lei è tutto da dimostrare.

Un collettivo ancora agli inizi

L’incontro si conclude con una sensazione di incertezza. Non sono state prese decisioni concrete, ma l’energia è palpabile. “Continueremo, questo è sicuro”afferma Guillaume Chaussemy. Il prossimo incontro è già programmato tra un mese. Fino ad allora, tutti se ne andranno con la stessa domanda in mente: come può questo collettivo portare qualcosa di nuovo all’unità della sinistra? Per “Vincere!” », ci vorrà ancora tanto lavoro e soprattutto unità.

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