“Dure verità”: la donna arrabbiata

“Dure verità”: la donna arrabbiata
“Dure verità”: la donna arrabbiata
-

Pansy, una londinese sulla cinquantina, si sveglia ogni mattina soffocando un pianto. Appena sveglia sembra già esausta. Non attacca la sua giornata, letteralmente, si dice che sia l’energia della disperazione. I tratti e tutto il corpo, Pansy entra in conflitto con tutte le persone che incontra: marito, figlio, dentista, impiegato, sconosciuto in un parcheggio… in Dure verità (Due sorelle), di Mike Leigh, Marianne Jean-Baptiste è una donna eccezionale, irascibile e, ovviamente, depressa.

Dopo i suoi due imponenti, e magnifici, affreschi storici Signor Turner et PeterlooMike Leigh ritorna alla scala modesta e intima, più consueta sin dal suo inizio: vedere Momenti cupi, La vita è dolce (Vita divertente), Grandi speranze, Nudo (La storia di Johnny), Ragazze in carriera (Due ragazze oggi)… Senza dimenticare, ovviamente, Segreti e bugie (Segreti e bugie), Palma d’Oro che ha rivelato Marianne Jean-Baptiste nel 1996.

Tuttavia, è un altro film di Leigh quello evocato da questa produzione più recente, per gioco di opposizione. Per molti aspetti, infatti, il protagonista è perennemente arrabbiato Dure verità costituisce la perfetta antitesi dell’eroina invariabilmente di buon umore Felice-Go-Lucky.

Ancora una volta, al termine di un lungo e paziente processo di discussione e improvvisazione con i suoi interpreti, dettagliato in un’intervista a Doverelo sceneggiatore-regista ha costruito una storia a episodi rivelatori incentrata soprattutto su Pansy, ma anche su Chantelle (ottimo Michele Austin), sua sorella, che è (come il suo predecessore di Felice-Go-Lucky) è esattamente contrario al raggio dell’umore e dell’appagamento. In questo caso, Chantelle è l’unica a cui sfugge, un po’, l’amarezza che divora Pansy.

Perché quest’ultimo è così com’è? Mike Leigh, e lo sappiamo, fornisce indizi, ma si astiene dal fare una diagnosi o formulare una spiegazione semplice e rassicurante per bocca dell’uno o dell’altro dei suoi personaggi. Il regista preferisce osservare, con empatia, con umanesimo.

Inoltre, come incarna Marianne Jean-Baptiste, Pansy, che in teoria dovrebbe essere insopportabile, diventa rapidamente commovente: al di là delle invettive, della malafede e delle molteplici fobie, percepiamo in Pansy un misto di angoscia e rassegnazione.

Più forte di

Uguale a se stesso, Mike Leigh interpreta questa esistenza, struggente nella sua banalità, in un universo rigorosamente realistico, congelato in Pansy, più solare in Chantelle (è l’ultimo film del compianto Dick Dick Pope). Nessuno spreco tecnico, ma piuttosto una fotocamera attenta e felice di avvicinarsi ai primi piani, che dicono molto senza l’apporto di parole.

Parlando di “parole”, va notato che il film non è esente dall’umorismo. In effetti, le furiose invettive di Pansy a volte sono molto divertenti, in modo scricchiolante. Certe situazioni provocano anche, volutamente, un tale disagio che si può solo ridere nervosamente.

Pensiamo in particolare a questa sequenza in cui Pansy attacca verbalmente un venditore dall’attrattiva irreprensibile in un negozio di mobili: per una volta, la vittima della rabbia prematura di Pansy non si lascia impressionare. E Pansy, non appena la suddetta commessa va a cercare il direttore, perde la sua superba ira e si salva senza chiedere riposo.

Lungi dall’essere aneddotica, questa scena mostra quanto Pansy sia consapevole dei suoi errori, ma non possa fare a meno di comportarsi come lei.

Si tratta di un personaggio più tragico che comico, ma che Mike Leigh, visto l’esito di una travolgente lite tra Pansy e Chantelle, si rifiuta di condannare ad una disgrazia eterna.

Due sorelle (VO, dure verità)

★★★★ 1/2

Dramma psicologico di Mike Leigh. Scenario di Mike Leigh. Con Marianne Jean-Baptiste, Michele Austin, David Webber, Towaine Barrett, Ani Nelson, Sophia Brown. Regno Unito, Spagna, 2024, 97 minuti. Al chiuso.

Da vedere in video

-

PREV Il sindaco denuncia “raid notturni” contro i clandestini
NEXT Una saga americana (capitolo 1)