Ritorno al futuro, sogno americano e rock’n’roll: successo di una trilogia emblematica

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Nel 1985, Marty McFly, l’antieroe di Ritorno al futuro, guidò il botteghino mondiale. Oggi il film è un classico del cinema. Tuttavia, la nascita di questa saga è stata piena di colpi di scena: una sceneggiatura rifiutata più di 40 volte, la sostituzione dell’attore principale dopo quattro settimane di riprese, le riprese in una corsa contro il tempo… Il team del documentario Ritorno al futuro , viaggio nel tempo, American Dream & Rock’n’Roll è andata a incontrare coloro che hanno ideato la trilogia (attori, sceneggiatore, scenografo, interprete della canzone cult The Power of Love…) proprio nei luoghi in cui è stata in tournée. Più che un making-of, il documentario analizza un’opera che credevamo di conoscere a memoria. Cosa rende Ritorno al futuro il film più iconico degli anni ’80? Perché continua a essere tramandato di generazione in generazione? E se il suo successo potesse essere spiegato dall’idea semplice e geniale che ha avuto lo sceneggiatore Bob Gale: viaggiare nel passato conoscendo i propri genitori. Se la saga ha un tono positivo, è tuttavia molto più complessa di quanto sembri. Dietro la facciata di un bel film di fantascienza compaiono implicitamente temi come la segregazione razziale, il sessismo o le disuguaglianze sociali. Affermando che tutto è possibile (anche cambiare la propria famiglia), la trilogia è una celebrazione del sogno americano? O una critica agli eccessi del capitalismo che prefigura l’America di Trump? I protagonisti di Ritorno al futuro analizzano qui, ciascuno a modo suo ma tutti con gusto, il successo di questa trilogia. Quale corda sensibile e segreta hanno toccato questi film per risuonare oggi più forte che mai?

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