“Pistole di plastica”: dovevamo osare con una commedia trash basata sul caso Dupont de Ligonnès!

“Pistole di plastica”: dovevamo osare con una commedia trash basata sul caso Dupont de Ligonnès!
“Pistole di plastica”: dovevamo osare con una commedia trash basata sul caso Dupont de Ligonnès!
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Presentato all’ultimo Festival di Cannes e nelle sale questo mercoledì 26 giugno, “The Plastic Guns”, il terzo film di Jean-Christophe Meurisse, fondatore anche del collettivo Les Chiens de Navarre, affronta il più famigerato caso criminale irrisolto francese storia per una farsa brutta e violenta che mette in discussione il nostro gusto per il sangue. Non piacerà a tutti!

“Lo abbiamo trovato”, recita la locandina del Pistole di plastica, che presenta il ritratto iperrealistico di un peloso, barbuto… e felice Xavier Dupont de Ligonnès. Dobbiamo osare fare riferimento all’uomo più ricercato di Francia, sospettato di cinque omicidi familiari e scomparso nel 2011.

Fondatore dei Cani di Navarra

Fondatore del folle collettivo teatrale Les Chiens de Navarre, e già autore di due film straordinari, Apnea (2016) et Arance rosse (2021), Jean-Christophe Meurisse non ha paura di nulla. Lo rende noto fin dall’inizio aprendo il suo nuovo film in un obitorio su un cadavere aperto sopra il quale due patologi forensi parlano del gusto del pubblico per la violenza e la morte. E per proseguire con un ritratto super lusinghiero di Zavatta, secondo loro il miglior profiler al mondo, che avrebbe risolto in due a due la vicenda Grégory.

Questo poliziotto bestiale lo scopriamo subito all’aeroporto dove crede di riconoscere in Michel Uzès (Gaëtan Peau) in partenza per la Danimarca, il famoso Paul Bernardin ricercato già da troppo tempo per l’assassinio di tutta la sua famiglia. Si scopre che Léa e Christine (Delphine Baril e Charlotte Laemmel), due sedicenti super amiche “investigatori del web”, dedicano tutto il loro tempo libero a rintracciare il suddetto sospettato. L’annuncio che lui sarà dalla parte del Nord Europa li mette in iperventilazione e niente potrà fermarli! Nel frattempo, da qualche parte in Argentina, un francese, un certo Paul (Laurent Stocker), sta per iniziare una nuova vita con una bellissima donna…

È urgente ridere di tutto

“Mi affretto a ridere di tutto, per paura di essere costretto a piangere.” Se Jean-Christophe Meurisse conosce necessariamente il credo di Beaumarchais, il suo film Pistole di plastica d’altronde non c’entra niente con Il Barbiere di Siviglia! Abile nella provocazione e nel disagio, nell’assurdo craspec e nel burlesque estremo, mette qui in discussione la nostra fascinazione per le notizie, l’intrattenimento che la violenza e la sfortuna che la caratterizzano ci forniscono e le lezioni da cui possiamo trarre sulla condizione umana.

Una serie di apparizioni esilaranti

Fa male, a volte molto male. Non solo per l’orrore che viene mostrato (anche se dovresti prepararti allo stomaco!), ma anche per quello che dice sulla mostruosità che si nasconde dentro di noi. Ben confezionata e meno frammentata rispetto ai suoi film precedenti, la storia resta sull’assassino, sul sospettato e sugli investigatori, difesi da attori assolutamente folli, pur offrendo vignette esilaranti con la complicità di apparizioni surriscaldate (Romane Bohringer, Jonathan Cohen, Fred Tousch, Nora Hamzawi, Vincent Dedienne, Aymeric Lompret…).

Ci divertiamo quindi alla grande ma senza perdere il filo e, peggio ancora: vedere quel filo che ci lega ai protagonisti, Bernardin compreso. Tuttavia, non nascondiamo il nostro sollievo per il fatto che, alla fine, la finzione supera la realtà!

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