“L’amour ouf”: una “French Side Story” a Cannes

“L’amour ouf”: una “French Side Story” a Cannes
“L’amour ouf”: una “French Side Story” a Cannes
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Il suo nome è Jackie e il suo nome è Clothaire. Lei vive in una casa pulita e lui in un fatiscente grattacielo di edilizia popolare; lei, una brava studentessa, e lui, un piccolo delinquente. Lui si innamora della sua battuta infallibile, lei intuisce la sensibilità che nasconde dietro il suo machismo bifronte. In questa città portuale del nord della Francia, negli anni 1980-1990, la loro storia vivrà molti sconvolgimenti. Trasportato dalle performance incendiarie di Adèle Exarchopoulos e François Civil, uff amoreun affresco amoroso pieno di rumore, o infine musica, furia e soprattutto brio hanno preso d’assalto giovedì la competizione di Cannes.

Una produzione dal budget che si presume considerevole, visto quello che è sullo schermo, questo secondo lungometraggio solista di Gilles Lellouche è in lavorazione dal… 2013. Nel frattempo, l’attore-regista ha diretto la commedia drammatica Il grande bagnoun enorme successo a sorpresa in Francia.

Liberamente tratto da un romanzo di Neville Thompson ambientato a Dublino, uff amore è stato co-scritto da Lellouche e Audrey Diwan, la pluripremiata sceneggiatrice e regista del film L’eventosecondo il racconto di Annie Ernaux.

Nella parte combinata con il passato di questo amore che rifiuta di morire nel presente, Mallory Wanecque e Malik Frikah brillano come versioni adolescenti di Jackie e Clothaire.

Volutamente costellata di composizioni idilliache e immagini di Epinal (zoom sugli amanti perduti in mezzo a un prato fiorito, nuoto in un burrone allagato, giro in moto dove i corpi si sfiorano timidamente, ecc.), questa parte mantiene un’estetica abbagliante, dai colori vibranti esaltati da un caldo filtro dorato.

Ma… dalle accuse penali, Clothaire si lascia sedurre dalla criminalità organizzata locale. Un’eclissi segna una transizione in senso letterale e figurato: dopo la disattenzione solare, spazio ai disturbi lunari. D’ora in poi, Clothaire sarà associato soprattutto alla notte… La tavolozza si fa pesante…

Uno scherzo del destino, una separazione forzata… Gli anni che passano… Adèle Exarchopoulos (Vedrò sempre i vostri volti, Passaggi) e François Civil (I tre moschettieri) prendono il sopravvento con personaggi adulti bloccati nel passato. Lei è diventata insensibile in un matrimonio tossico, lui vuole regolare i conti con i suoi ex soci…

Sotto influenza

In tutto il film, l’intimo va di pari passo con l’epico. In più di dieci anni di sviluppo, possiamo ben immaginare che Lellouche abbia avuto tutto il tempo per pensare e pianificare la sua produzione.

La cui messa in scena si rivela fiammeggiante, addirittura barocca, a volte al limite dell’appariscente, ma piena di scoperte e audacia. Omaggi anche a Martin Scorsese (Strade cattive E Quei bravi ragazzi/I Liberitra gli altri), Brian De Palma (Il modo di Carlito/Alla maniera di Carlito), John Carpenter (Cristinain immagini e musica), Park Chan-wook (Vecchio ragazzo) e, naturalmente, a Robert Wise e Jerome Robbins, il loro Storia del lato ovesta sua volta ispirato Romeo e Giuliettaessendo citato implicitamente e poi esplicitamente…

Il risultato di tutte queste presunte influenze è un approccio visivo massimalista e parossistico, in quasi ogni scatto. Questo pregiudizio avrebbe potuto far sì che la forma prevalesse sulla sostanza. Tuttavia, questo stile esagerato si rivela in sintonia con i sentimenti rappresentati sullo schermo. E poi, un film che propone un intermezzo che gli somiglia Libero evidentemente non si prende troppo sul serio…

Riposo, uff amorecome il suo modello Storia del lato ovestè più mito e archetipo che realtà.

A volte, è vero, il trattamento pomposo rischia di diventare pomposo. In queste occasioni, però, Lellouche riesce a mantenere un focus empatico sui suoi due protagonisti, mantenendoci attenti e affascinati.

Parola di Jackie

Per quanto riguarda i protagonisti, per un certo periodo abbiamo temuto che la Jackie di Adèle Exarchopoulos avrebbe perso la sua potente personalità. In diverse scene sembra che sia così, ma qui la giovane donna, durante un incontro barocco con Clotario, racconta a quest’ultimo – e quindi a noi – la profondità dei suoi pensieri.

Un pensiero che, all’improvviso, riconfigura percezioni ed eventi precedenti… Un monologo forte (un contributo di Audrey Diwan?).

Dopo quasi tre ore, il film si estende al terzo atto, ma ancora una volta Jackie non ha detto la sua ultima parola, letteralmente. Ancora una volta, ciò che dice ridefinisce il tema del film fugando ogni malinteso sul suo messaggio.

Un messaggio semplice, ma che, ci insegna la Storia, va costantemente ripetuto. Cioè che a questo mondo conta solo l’amore. Questo, e che è meglio usare il tuo vocabolario, piuttosto che i pugni. Anche se in questo caso, il film mostra che se Clothaire impara a diventare un po’ più simile a Jackie, è vero anche il contrario.

In breve, questo è un “ Side Story francese » tonico, che seduce anche per il suo rifiuto della tradizionale postura tragica.

François Lévesque è a Cannes su invito del Festival e grazie al sostegno di Telefilm Canada.

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