[CINÉMA] Joker: follia per due, inganno sulla merce

[CINÉMA] Joker: follia per due, inganno sulla merce
[CINÉMA] Joker: follia per due, inganno sulla merce
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Nel 2019, il regista Todd Phillips ha ottenuto un enorme successo con Burloneun film dedicato alle origini del principale antagonista di Batman. Premiato con un Leone d’Oro a Venezia e due Oscar (per il miglior attore e per la migliore musica), questo lungometraggio, atteso con ansia dai fan del Cavaliere Oscuro, ha incassato più di un miliardo di dollari. Un grande successo commerciale per questo progetto poco sano che celebra niente di meno che l’avvento di un antieroe, un criminale pericoloso e pazzo – l’autore di queste righe assume vergognosamente il suo colpevole piacere…

Una psicologizzazione dibattuta

Tuttavia, il film non ha mancato di dividere il pubblico, tanto che alcuni hanno creduto, non senza ragione, che questa versione naturalistica e ugoliana del Joker ci allontanasse molto dall’universo espressionista di Bob Kane, creatore di Batman. Perché in effetti, se ha offerto a Joaquin Phoenix un ruolo a sua (dis)misura, il regista Todd Phillips, ha eccessivamente “gilet giallo” il personaggio e si è ispirato al cinema di Scorsese (Tassista e soprattutto Il valzer dei burattini), deviava radicalmente dall’immagine tradizionale, buffonesca e anarchica del Joker, quella a cui si erano conformati Jack Nicholson, Heath Ledger e Jared Leto. Più depressiva, addirittura nevrastenica, la versione di Joaquin Phoenix perde quella follia, quell’umorismo che, un tempo, conquistava il nostro sostegno e ci faceva segretamente sperare nella vittoria del più grande cattivo di Gotham City. Segnaliamo di sfuggita che la versione di Heath Ledger annunciava già, nel 2008, questa imminente psicologizzazione e questa progressiva perdita di umorismo del personaggio.

Il Joker si innamora

Cinque anni dopo il successo commerciale di Burloneil regista Todd Phillips e Joaquin Phoenix tornano per una seconda opera. Una storia carceraria con le caratteristiche di una commedia musicale e di un film giudiziario.

In procinto di essere processato per i crimini commessi nella prima parte, Arthur Fleck viene internato tra i pazzi nel famoso Arkham Asylum. Lì, il nostro Joker incontra Lee Quinzel (la futura Harley Quinn), un compagno di cella e piromane dal quale cade immediatamente sotto l’incantesimo. Reciprocamente, i due si impegneranno in quella che gli psichiatri descrivono come “folie a deux”…

Incorporando il personaggio di Harley Quinn (creato da Paul Dini e Bruce Timm nella serie animata del 1992) nel suo dittico Joker, il regista sembra, a prima vista, assumere pienamente l’universo di Batman e ci promette, così facendo, uno straordinario unione criminale per i nostri due antieroi, degna di Bonnie Parker e Clyde Barrow.

Speranze frustrate

Questa promessa non verrà mantenuta… Perché se Lee Quinzel, interpretato da Lady Gaga, il cui talento recitativo non è più stato dimostrato Guccisi limita qui a incarnare simbolicamente lo spettatore del film, con il suo fascino, le sue aspettative e persino le sue richieste nei confronti del Joker, Arthur Fleck non oserà mai veramente fare il grande passo. Il regista prova un grande piacere nel frustrare il suo pubblico eludendo il destino promesso al personaggio principale, con l’aria di non toccarlo. Un posizionamento falso con il quale Todd Phillips ci dimostra di non assumersi la responsabilità del suo argomento. Due film da due ore per imparare che il Joker non diventerà mai il Joker sono tanti. “Qual è il punto?” », si chiede legittimamente lo spettatore. Il regista, in sua difesa, ci ha avvertito quando è uscito il primo film: “Noi non lo facciamo [un film] sul Joker di cui raccontiamo la storia [quelqu’un] che diventa il Joker. »

In queste condizioni è inutile andare al cinema, tanto vale rivederlo Il valzer dei burattini di Martin Scorsese…

1 stella su 5

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