Il Divoratore di Anime, Il Disertore, Gli Sfidanti…

Il Divoratore di Anime, Il Disertore, Gli Sfidanti…
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Di Julien Maury e Alexandre Bustillo, con Virginie Ledoyen, Paul Hamy. 1h50.

Un investigatore della Gendarmeria Nazionale viene inviato in una cittadina dei Vosgi per cercare di risolvere un oscuro caso di bambini scomparsi, che tormenta gli abitanti da sei mesi. È costretta a collaborare con un collega su una scena del crimine particolarmente raccapricciante. E si confronta con la legge del silenzio in una regione ostile e prigioniera delle sue convinzioni. Libero adattamento del romanzo di Alexis Laipsker, questo thriller terrificante scava nell’oscurità dell’animo umano con la sua fotografia crepuscolare, i suoi paesaggi inquietanti, le sue leggende occulte e i suoi personaggi tormentati. L’opportunità per Virginie Ledoyen di superare i propri limiti. SB

Il disertore***

Di Dani Rosenberg, con Ido Tako, Mika Reiss. 1h38.

Durante un’operazione nella Striscia di Gaza, un soldato israeliano diserta per ritrovare la sua ragazza a Tel Aviv. Ben presto apprende che l’esercito crede che sia nelle mani di Hamas. Una storia mozzafiato in questo film dove l’innocenza di un giovane si confronta con la realtà di un paese in guerra, dove la tragedia convive con il burlesque in una città la cui spensieratezza è regolarmente disturbata da allarmi senza che questo sembri disturbare più di così i suoi abitanti abituati . La telecamera resta attaccata alle falde del suo antieroe, tanto toccante quanto perduto, durante un’impossibile (molto) fuga fisica e psicologica portata avanti da un attore sorprendente che offre una performance notevole. Bap. T.

Il resto dopo questo annuncio

Sfidanti***

Di Luca Guadagnino, con Zendaya, Josh O’Connor e Mike Faist. 2:11.

Art Donaldson e Patrick Zweig hanno suggellato la loro amicizia grazie alla comune passione per il tennis. Sono destinati alla carriera professionistica quando incontrano Tashi Duncan, favorito del torneo junior e pronto a tutto pur di raggiungere la vetta… Luca Guadagnino, che non è mai dove te lo aspetti, coglie lo schema classico del triangolo amoroso per ribaltarlo con una storia che evoca ambiguità, complessità, perversione, disagio, manipolazione, ambizione, giochi di potere. Non è sempre facile filmare la pratica dello sport al cinema, ma ci riesce facilmente instaurando una tensione formidabile grazie ad una narrazione non strutturata che si muove avanti e indietro nel tempo e ad una musica accattivante composta da Trent Reznor e Atticus Ross (Nine Inch Unghia ). La messa in scena stilizzata funge da sfondo per una performance convincente degli attori, la cui chimica sullo schermo è evidente. Una partita psicologica arbitrata da Zendaya, velenosa da morire. SB

Vecchio **

Di Claus Drexel. 1h36.

I vecchi non parlano più, o lo fanno solo qualche volta con gli occhi », cantava Jacques Brel. Molti sono più loquaci nel nuovo documentario di Claus Drexel (Ai confini del mondo, Nel cuore del bosco), ai quali la società raramente dà voce, considerandoli più come un peso che come una risorsa. Questi preziosi custodi della memoria, il regista ne ha tenuti una trentina (forse un po’ troppi) durante il montaggio, di ogni provenienza sociale e culturale, per creare un film-mosaico essenziale e commovente dove raccontano le loro storie senza lasciarsi guidare da domande . Bap. T.

Non confessare mai**

Di Yvan Calbérac con Sabine Azéma, André Dussollier. 1h30.

Quando scopre che sua moglie lo ha tradito quarant’anni fa, un settantenne vuole andare a picchiare a sangue la sua ex amante. Per evitare una catastrofe, la moglie contrita decide di accompagnarlo… Yvan Calbérac dimostra qui che la forza dei sentimenti può resistere al tempo e orchestra uno scontro generazionale piuttosto succoso. Di fronte ad André Dussollier che esagera con il lato psicorigido del suo personaggio, la sua fedele compagna cinematografica Sabine Azéma (nei film di Alain Resnais e Tanguy) si diverte ad ascoltare gli impulsi del suo cuore. BT

Cupola del cielo 2123 **

Di Tibor Banoczki e Sarolta Szabo, con Renato Olasz, Zsofia Szamosi. 1h52.

Budapest 2123. In una terra devastata dalla siccità, gli abitanti over 50 sono costretti a trasformarsi in alberi per contribuire a salvare l’umanità. Quando la moglie trentenne decide di sottoporsi lei stessa all’operazione, uno psicologo tenta di salvarla. Al tempo stesso una storia di fantascienza ecologica e una storia d’amore malinconica, questo sorprendente film d’animazione si prende il tempo necessario per svelare il suo universo postapocalittico, privilegiando l’intimità rispetto all’azione a rischio di esaurirsi. Bella e audace, l’estetica che mescola scatti reali e rotoscoping può creare confusione, ma valorizza una storia che seduce con la sua originalità e poesia. Bap. T.

Un giovane sciamano **

Da Lkhagvadulam Purev-Ochir, con Tergel Bold-Erdene, Nomin-Erdene Ariunbyamba. 1h43.

Zé, 17 anni, è uno sciamano che comunica con lo spirito dei suoi antenati per aiutare la sua comunità. È anche uno studente liceale quasi normale che si innamora di una giovane ragazza che viene a consultarlo prima della sua operazione medica. In una Mongolia tra tradizione ancestrale e modernità galoppante, di cui traccia un ritratto critico, in particolare di una gioventù che si sgretola sotto le aspettative dei suoi anziani, questo bel film con una regia un po’ saggia soddisfa tutte le esigenze della storia di formazione, ma il Il risveglio amoroso trascendente del suo eroe è toccante, come la verità che emerge dai suoi interpreti. Bap. T.

Ritorno al nero*

Di Sam Taylor-Johnson con Marisa Abela, Jack O’Donnell 2h02.

Nel corso della sua magra esistenza, Amy Winehouse non ha mai smesso di voler rompere le sbarre della sua prigione: condannata a portare avanti il ​​sogno di un padre che si rivede in Sinatra, si è ritrovata con un altro filo nella zampa, un povero ragazzo che la getta nella droga ma la ispira le sue canzoni d’amore più strazianti. Sotto lo sguardo dei detentori dei diritti, questo film biografico autorizzato è privo di punto di vista ed è simile, nonostante l’energia solare di Marisa Abela, a una pagina Wikipedia copiata. Trascurando l’intera parte creativa, completa anche gli angoli sulfurei per incentrare una storia d’amore che in definitiva è piuttosto sciocca. LP

Prima relazione *

Di Victoria Musiedlak, con Noée Abita, Anders Danielsen Lie. 1h38.

Un avvocato neolaureato affronta il suo primo procedimento penale, l’omicidio di un’adolescente da parte di un ragazzo della sua età. Questo primo film sotto forma di storia iniziatica segue il viaggio intimo di una giovane donna inesperta. Se le questioni morali che gli vengono imposte sono convincenti, la storia d’amore lo è molto meno. A volte goffo nella scrittura, il film soffre anche della scelta della sua interprete principale, peraltro talentuosa: certo, si tratta di rappresentare una novizia e le sue fragilità, ma l’innocenza che emerge da Noée Abita è tale che lei fatica a rendere credibile il suo personaggio. Bap. T

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