Il futuro è una cosa fragile. Gennaio 2018. Hyeon Chung, 21 anni, ottiene il primo grande risultato della sua giovane carriera raggiungendo le semifinali degli Australian Open. Due mesi prima aveva vinto la primissima edizione del NextGen Masters, a Milano, dove trovammo anche tre promettenti giocatori russi, Karen Khachanov, Daniil Medvedev e Andrey Rublev e Denis Shapovalov. Per il sudcoreano il futuro sembra luminoso.
A Melbourne è stata soprattutto la sua vittoria (7-6, 7-5, 7-6) agli ottavi contro il suo idolo e modello, Novak Djokovic, a colpire gli animi. Un Djoko sicuramente in fondo all’onda, in piena riscossa del duo Federer-Nadal, che ancora una volta vince tutto. È proprio durante questo 2018 “australiano” che lo svizzero vincerà il suo 20esimo titolo Slam. Chi può allora immaginare che si fermerà lì ma soprattutto che Djokovic ne raccoglierà altri 12, tanti quanti dall’inizio della sua carriera? Tuttavia ha già superato la soglia dei trent’anni.
Altrettanto improbabile è la traiettoria futura di Hyeon Chung. Anche la somiglianza tennistica con Djokovic è qualcosa di evidente. “Sai che abbiamo giochi molto similinota anche ‘Nole’ subito dopo la sua sconfitta. Lo rispetto molto perché lavora duro, è diventato molto forte fisicamente e si vede che tiene alla sua carriera, che prende le cose molto sul serio. È un bravo ragazzo, che non fa rumore inutile. Quindi sono sicuro che otterrà altri ottimi risultati molto rapidamente..”
La Top 20 poi l’inferno
Buon giocatore e pieno di elogi, il serbo aggiunge: “Il resto dipende da lui“. Un modo per ricordarci che un colpo di stato è una promessa, non una garanzia. In cui Djokovic avrà ragione. Ma su un punto ha torto: tutto non è dipeso solo da Hyeon Chung. Non era solo una questione di lavoro, di ambizione, di desiderio. La tragedia del coreano è che il suo corpo non lo segue. Si arrenderà anche molto rapidamente e non lo lascerà mai solo.
Dal 2018 le prime allerte. La gamba. La sua stagione sulla terra è rovinata, quella sull’erba è la stessa. In particolare, deve tracciare una linea sotto Roland-Garros e Wimbledon. Anno dopo anno, gioca fino all’autunno e alla fine di questa stagione è 25esimo nel mondo, dopo una breve incursione nella Top 20 (19esimo) in primavera. Ma l’incubo sta per iniziare.
Nel 2019 è stato assente per cinque mesi a causa di un infortunio alla schiena e ha giocato appena quindici partite durante l’anno. Tuttavia, è un eufemismo affermare che il peggio deve ancora venire. Per quanto incredibile possa sembrare, quando perse nell’ottobre 2019 a Vienna contro Andrey Rublev agli ottavi, Hyeon Chung aveva semplicemente giocato la sua ultima partita in un grande pareggio sul circuito principale. È successo più di cinque anni fa e, da allora, ha giocato solo Challenger, Futures o le qualificazioni per Roland-Garros (nel 2020) e Wimbledon (nel 2023).
Tra la pandemia di Covid-19 e una serie di infortuni, tra cui ulteriori interventi alla schiena e tendiniti alla mano, nessuno ha più sue notizie per quasi tre anni, fino al tentativo di rimonta in singolo nel 2023 nel circuito secondario. Voleva ancora crederci. “Ho intenzione di utilizzare il mio ranking protetto per giocare nel maggior numero possibile di tornei ATP. Suonerò prima in Asia, ma poi ho intenzione di viaggiare per suonare ovunque“, ha detto spiegando di aver cambiato il suo modo di servire, per sollecitare meno la schiena.
Un barlume di speranza, finalmente
La strada è lunga. In totale, nelle ultime cinque stagioni, Hyeon Chung avrà giocato un totale di 22 partite. Per 17 sconfitte. Poi la settimana scorsa, un miglioramento. Nel corso dell’M25 di Bali, Futures in cui aveva richiesto una wild card, l’ex semifinalista di Melbourne ha giocato cinque partite. Meglio ancora, le ha vinte tutte per vincere il titolo. Lungo il percorso ha battuto il francese Antoine Escoffier, 207esimo al mondo. Di gran lunga la sua vittoria più significativa negli ultimi anni.
Potrebbe non sembrarti molto e, rispetto all’eccitazione dell’inizio di stagione agli antipodi, potrebbe effettivamente sembrare molto aneddotico. Ma non per lui. Lo abbiamo rivisto mobile e galoppante in difesa, con un pizzico di solidità ritrovata nello scambio. Lui che era sparito per mesi dal ranking ATP è rientrato lunedì nella Top… 1000 grazie a questa “incoronazione”. Una prima dall’estate 2022. Eccolo 725esimo, un balzo di 382 posizioni contemporaneamente.
Per ora non gli interessa la classifica. A quasi 29 anni, Hyeon Chung aspira solo a poter ridiventare davvero un tennista, capace di affrontare i tornei, di vedere oltre il prossimo punto, il prossimo allenamento, il prossimo infortunio. Vorrebbe tempo e un orizzonte.
Il resto non dipende tanto da lui quanto da ciò che il suo corpo è disposto a sopportare e dalla libertà che è disposto a concedergli. Finora, nel 2025, tutto bene. Un giorno, forse, tornerà a Melbourne, seguendo le orme del suo primo e unico colpo di genio, prima del deserto. Vuole solo uscire. Ma il futuro è una cosa fragile.
Hyeon Chung
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