Il Trio Haydée in concerto al Museo d’Orsay

Il Trio Haydée in concerto al Museo d’Orsay
Il Trio Haydée in concerto al Museo d’Orsay
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Parigi. Auditorium del Museo d’Orsay. 21-I-2025. Gabriel Fauré (1845-1924): Dall’alba cresce, estratto dalla buona canzone, op.61; Rosy Wertheim (1888-1949): tre canzoni; Marguerite Roesgen-Champion (1894-1976): sentieri paralleli; Pantoum; Pauline Viardot (1821-1910): Rousignolet; Clémence de Grandval (1828-1907): Villanelle; André Caplet (1878-1925): Vieni! Un flauto invisibile sospira; Philippe Gaubert (1879-1941): serata pagana; Josephine Stephenson (nata nel 1990); Alba; Louise-Zoé Gouirand-Gentil: Notte stellata. Trio Haydée: Marielou Jacquard, mezzosoprano; Anastasia Lefebvre de Rieux, flauto; Costanza Luzzati, arpa.

Per gli appuntamenti delle 12:30, l’auditorium d’Orsay inaugura un nuovo ciclo di concerti legati alle collezioni del museo. È intorno alla tela di Odilon Redon Figura, fiore giallo che i musicisti del trio Haydée hanno immaginato il loro programma.

Sullo schermo del palcoscenico dell’auditorium viene proiettato il dipinto di Redon (1901); La tela è un elemento di decorazione realizzato dall’artista per la sala da pranzo del barone Robert de Domecy. Il pittore del colore nero abbandonò la sua prima strada per una tavolozza molto più chiara in toni pastello dove carattere e decoro floreale si mescolano e si fondono in un fascio ascendente di linee flessibili e profili ondulati. “La tela canta”, dice Marielou Jacquard, mezzosoprano del trio Haydée, che apre il concerto nello slancio e nella luce con la seconda melodia (“dall’alba cresce”) del Bella canzone di Gabriel Fauré portato dall’abbondante e sensibile accompagnamento dell’Arpa di Costanza Luzzati. Insieme alla flautista Anastasie Lebebvre de Rieux, hanno scelto un pannello di opere musicali scritte o arrangiate per il loro trio che intrecciano corrispondenze tra pittura, poesia e musica, dell’alba “cantata” da Verlaine/Fauré o Diglee/Stephenson al Stelle di Théodore de Banville/Gouirand-Gentil.

“Le opere per flauto, voce e arpa sono rare e poco suonate”, ha detto Costanza Luzzati, e “sono soprattutto opera di compositori”. Questi ultimi, infatti, dominano la locandina del concerto, rivelando l’esistenza di musicisti molto poco conosciuti: come Louise-Zoé Gouirand-Gentil, contemporanea di Debussy, che mette in musica, circa 18 anni dopo di lui, Stelle la cui ampia melodia è piena di generoso lirismo nella fervida interpretazione di Marielou Jacquard accompagnata dai suoi due partner. Scoperto anche questo Villanellele Da Clémence de Grandval, canzone d’amore piena di fascino (“I Lost my t lest”) con il flauto che sostiene la linea decorata di canto con flessibilità ed eleganza.

Poetica e ammaliamento, Tre canzoni De Rosy Wertheim (1888-1949), compositrice residente ad Amsterdam il cui catalogo conta un centinaio di opere, sono una rivelazione. I testi sono estratti da Flauto di giada de Franz Toussaint, secondo le poesie cinesi di Li-Bai. Marielou Jacquard cisèle la linea melodica con buona espressività e grande chiarezza di dizione, seguita da vicino dai due strumentisti che ne servono i contorni con il profilo modale. Cantato a grandi passi, Percorsi paralleli et Pantoum sono due melodie attente e pittoresche di Marguerite Roesgen-Champion (1894-1976) che ne scrive testo e musica. Con il suo impavido e virtuoso ottavino sotto le dita di Anastasia Lefebvre de Rieux, il Rossignolet di Pauline Viardot, breve e teatrale, non manca né di freschezza né di sapore.

Il flauto è sempre presente, sotto il fluido accompagnamento dell’arpa, in Un flauto invisibile sospira di André Caplet. La melodia, per niente sentimentale, precede Serata pagana Da Philippe Gaubert la cui sobrietà ed eleganza, con il tema del flauto del conducente, il delicato supporto dell’arpa e la flessibile declamazione di Marielou Jacquard, ci seducono molto di più.

Dato nella creazione francese, la nuova opera Alba (2024) della compositrice franco-britannica Joséphine Stephenson (presente tra le file del pubblico) è un ordine del trio Haydée. Piena di dolcezza e interiorità, la melodia è scritta su un testo di Maureen Wingrove (alias Diglee). L’arpa e il flauto contralto attraversano il mezzo caldo del mezzosoprano in una scrittura dove il timbro diventa evocativo: fusione di fonti sonore e sinergia dei nostri tre interpreti che ci incantano di questa denuncia carica di emozione.

Riflessioni di Lili Boulanger data in bis proprio come Alba di Stephenson compaiono nel primo album 100% femminile di questa giovane e talentuosa formazione che festeggerà l’uscita del suo primo CD Cieli dorati Il prossimo 30 gennaio nei locali della Camac Harps, nel 19ᵉ arrondissement di Parigi.

Crediti fotografici: © Trio Haydée

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Parigi. Auditorium del Museo d’Orsay. 21-I-2025. Gabriel Fauré (1845-1924): Dall’alba cresce, estratto dalla buona canzone, op.61; Rosy Wertheim (1888-1949): tre canzoni; Marguerite Roesgen-Champion (1894-1976): sentieri paralleli; Pantoum; Pauline Viardot (1821-1910): Rousignolet; Clémence de Grandval (1828-1907): Villanelle; André Caplet (1878-1925): Vieni! Un flauto invisibile sospira; Philippe Gaubert (1879-1941): serata pagana; Josephine Stephenson (nata nel 1990); Alba; Louise-Zoé Gouirand-Gentil: Notte stellata. Trio Haydée: Marielou Jacquard, mezzosoprano; Anastasia Lefebvre de Rieux, flauto; Costanza Luzzati, arpa.

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