La maglia verde dell’ultimo Tour de France ha trascorso parte dell’inverno sugli altopiani dell’Eritrea, nel suo Paese. Sopra i 2300 metri di altitudine, attorno ad Asmara, la capitale. “L’altitudine mi fa sentire bene, e poi sono solo sei ore di volo e un’ora di differenza oraria”sottolinea Biniam Girmay. Il primo corridore nero africano ad aver vinto il Tour (nel 2024, tre volte) è quindi tornato in Europa il 14 gennaio. Tre giorni prima della presentazione della sua squadra, l’Intermarché-Wanty, avvenuta questo venerdì, nei saloni di un albergo nella regione di Calpe.
A 24 anni, Biniam Girmay si prende il tempo per dettagliare i suoi piani a un gruppo di media, tra cui DirectVelo. Con cautela annuncia di puntare a una tappa del Tour de France, a conferma della prestazione del 2024. Ma guarda anche alle Classiche, in Belgio con Het Nieuwsblad, Kuurne-Bruxelles-Kuurne, E3 Grand Prix e Gent-Wevelgem (che ha vinto nel 2022) o in Italia con la Milano-San Remo.
SANREMO: IL MONUMENTO ACCESSIBILE
“La Milano-San Remo resta la gara più complicata da vincere ma è il monumento più alla mia portata. Non c’è nessun segreto per vincere questa gara. Devi essere il più forte, restare concentrato per quasi 300 chilometri, ricordarti di mangiare bene, contare le pedalate. Penso di odiare Poggio! Sono caduto tre volte a 200 o 300 metri dalla vetta…
Ma credo di poter fare di meglio. Ho cambiato le cose nella mia preparazione. Il Giro dell’Algarve e della Tirreno-Adriatico mi darà più volume. Sicuramente ho perso qualche giorno di gara prima della Milano-San Remo l’anno scorso, e correggeremo questo problema”.
IL TOUR: UNA VITTORIA DI TAPPA
“L’obiettivo del Tour de France? Vinci una tappa. Poi automaticamente ci ritroviamo in corsa per la maglia verde… Le prime tappe mi ispirano, ci sono opportunità. Del resto la maglia gialla è alla portata dei velocisti. Oggi non è più così comune che i velocisti possano competere per la maglia gialla.
Il Tour de France del 2024 mi ha dato più fiducia. Non sapevo se stavo cercando una Top 10 o una Top 7 sulle tappe. Alla fine ho visto che il lavoro ripaga. Ho fatto progressi con l’alimentazione, ho più esperienza, conosco meglio il mio corpo… so cosa devo fare per raggiungere i miei obiettivi. Penso che tutta la squadra abbia acquisito fiducia. Nel Tour e nelle altre gare in calendario avrò la possibilità di contare su Hugo (Page) e Laurenz (Rex). È un treno molto solido per gli sprint.
IL MONDO: MOLTO INCERTO
“I numeri parlano chiaro: abbiamo più di 5.400 metri di dislivello ai Mondiali di Kigali (in Ruanda). Se riesco a passare con i migliori all’ultimo giro, significa che sono pronto per disputare le tappe principali di un Grand Tour! Quindi se mi chiedete qual è il mio obiettivo per questo Mondiale vi rispondo: gruppetto! (ridere).
Per questo esito a partecipare. Ho ancora tempo per pensare, la decisione verrà presa dopo il Tour de France. Sono ancora consapevole che è un Mondiale molto importante. È un grande onore organizzare questo evento nel continente africano. Per noi sarà l’occasione per dimostrare cosa sappiamo fare. Se dovessi partecipare sarà un onore portare i colori della mia Nazionale”.