Ana Morales e Andres Marín, l’Eden impossibile

Ana Morales e Andres Marín, l’Eden impossibile
Ana Morales e Andres Marín, l’Eden impossibile
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Questo mercoledì, a Nîmes, Andres Marín e Ana Morales si sono confrontati con un monumento della letteratura italiana per crearne un’interpretazione d’avanguardia del flamenco.

La sfida era… dantesca. Proponendo una (libera) interpretazione dell’art Divina commedia da Dante agli spettatori del teatro Bernadette-Lafont, i ballerini e coreografi Andrés Marín e Ana Morales hanno posto, molto in alto, il cursore del simbolismo pagano e spirituale allo stesso tempo. E ha rischiato di tradurre un’opera antichissima in uno spettacolo decisamente d’avanguardia. Tanto che lo spettatore a volte potrebbe sentirsi perso tra l’inferno e il paradiso.

Scene quasi rock ballate da Marín e Morales. Insieme. Poi di Ana Morales sola, superba e libera.

Tra le scene forti, quest’uomo che ne taglia a fette sottili una enorme prosciutto. Poi li lancia ai due ballerini. Piacere della carne, raccolgono la carne da terra, passandola di bocca in bocca in una scena di seduzione quasi animale. Intenso. Più tardi, l’arredamento divenne incandescente e la chitarra flamenca elettrica. Il ritmo, sempre molto presente, propone scene quasi rock ballate da Marín e Morales. Insieme. Poi di Ana Morales sola, superba e libera.

Ecco, finalmente, la stessa coppia sepolta dalle fiamme. Al termine di un atto di coraggio, riesce a liberarsi, scala un muro d’oro (accompagnato da un’incredibile Stammi vicino al basso, apparendo dal nulla) e sembra raggiungere il paradiso. Prima del ritorno definitivo al punto di partenza. Come se l’Eden fosse inaccessibile.

Lo spettacolo, che alla fine dà libero sfogo all’interpretazione, provoca i sensi. E ha suscitato reazioni contrastanti al momento dei saluti: qualche fischio, tanti applausi fragorosi. Inferno e paradiso.

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