La colombiana allarga i suoi orizzonti elettronici senza negare nessuno dei suoi tumulti interiori.
Prima di tutto, è un cambiamento di scenario. Il quasi ambiente Monte aperto, pezzo paesaggistico ispirato alle montagne messicane che si apre SÌ, secondo album di Ela Minus, ci trasporta non lontano dalle panoramiche aliene dei nativi americani di Koudlam – un artista a cui penseremo più volte durante questo grande tour. La dichiarazione di intenti dimostra che il coraggio di Minus ha più di un volto.
Dopo Atti di ribellione (2020), quindi, il colombiano utilizza una Musica più orizzontale, un orizzonte più ampio. L’approccio e le parole, però, diventano più introspettivi. “Non so se ho mai fatto la distinzione tra il politico e il personale” ci ha detto nel 2020.
Qualcosa della ruvidità di The Knife
I lampi pop dell’album precedente sono sostituiti da una luce continua ma furtivamente mutevole, dinamica e dalla struttura dura. Un’iridescenza commovente e commovente che può lasciarsi trasportare in ogni momento. Nel mezzo di questo crinale di ospitalità contorta esplodono melodie carezzevoli – qui in Minus c’è una certa catalessi di canto che sboccia in “ruvido” (il singolo Rotto) e il più minaccioso “ah ah ah” SU Idoli.
Rassicuriamoci: Ela Minus continua a non ricercare la perfezione e talvolta tende al grezzo Il Coltello dell’immenso Scuotere l’abituale (2013). La pista da ballo ritorna a raffica (“pensavano che avremmo dimenticato che sapevamo volare”, dice la conclusione Combattere) prima di affermarsi più francamente. E prezioso allora è questo fuoco che arde in Ela Minus.
SÌ (Domino/Sony Musica). In uscita il 17 gennaio. In concerto il 3 febbraio allo Zénith Paris-La Villette.