consigliati dal Vaticano: “Addio bambini”

consigliati dal Vaticano: “Addio bambini”
Film consigliati dal Vaticano: “Addio bambini”
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Nel 1995, il Vaticano raccomandò 45 lungometraggi che definì “importanti”. Oggi Aleteia vi parla di “Goodbye Children”, di Louis Malle che propone una storia di amicizia sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale.

Durante l’inverno del 1944, Julien, 12 anni, ritorna al Collège de Sainte-Croix dove è stato convittore. Un nuovo amico, Jean, non sembra come gli altri. Arrivato all’improvviso durante l’anno, con un carattere più discreto, è intrigante. Julien finisce per fare amicizia con lui, conoscerlo e scopre che non è arrivato in questo college per caso. Eccoci immersi nella storia diAddio bambinilungometraggio diretto da Louis Malle. Al momento della sua uscita, nel 1987, ottenne non meno di 3,5 milioni di spettatori nelle sale e vinse una pioggia di riconoscimenti. Ma cosa la rende un’opera così unica, raccomandata dal Vaticano?

Disattenzione di fronte alla guerra

Ciò che risalta in questo lungometraggio è innanzitutto la prospettiva infantile sulla guerra che lo circonda. Quando le sirene suonano per annunciare un bombardamento, l’evento appare ridicolo. Perché forse ogni giorno. I ragazzi si rifugiano nel seminterrato, impassibili, di fronte a un conflitto che non sembra toccarli. Il regista Louis Malle ambienta la sua storia in un clima rumoroso e abbondante, in cui irrompono costantemente lo scherno e le volgarità degli adolescenti. Nella continua eccitazione del cortile e del dormitorio, la guerra non sembra avere alcuna influenza. Questa è la visione che ci porta Addio bambini. Questo è quello che faremo, con un altro sguardo, La vita è bella di Roberto Benigni, che ci racconta la storia di un padre che fa credere al figlio che tutto ciò che accade nel campo di concentramento, in cui furono deportati, è in realtà un grande gioco per vincere un assalto di carri armati. Perché la guerra resti a bada e non ci strappi la spensieratezza dell’infanzia.

Ma Julien, il protagonista della storia, rompe questa distanza con una risposta tagliente: “Sono solo io che penso alla morte in questo collegio, è incredibile!”. È lui che comincia a crescere e a districarsi da questa disattenzione. Il personaggio di Jean non conosce questa distanza dalla guerra. Ebreo, nascosto nel collegio su iniziativa di padre Jean, la paura lo accompagna “tutto il tempo”, rendendo tristemente ironica la risposta di Julien precedentemente citata. Attraverso questi due personaggi il film offre una doppia prospettiva: quella di un conflitto con una minaccia lontana, e quella di una guerra che ci spaventa, che portiamo dentro di noi. La scena finale del lungometraggio segna un punto di svolta per lo spettatore e per il personaggio di Julien: la fine dell’innocenza, l’infanzia segnata per sempre.

Padre Jean o l’eroismo discreto

Colui che è il cuore discreto della storia, che ha ispirato la storia, è padre Jean. La sua presenza rimane limitata sullo schermo, ma quando appare, Julien capisce cosa sta realizzando questo prete. Nonostante i passaggi romanzati e i diversi personaggi inventati dal lungometraggio, Padre Jean, e tutto ciò che compie per proteggere i bambini ebrei dalla deportazione, è ben tratto dalla realtà e dalla vera storia di Padre Jacques de Jesus, portandoli Addio bambini una dimensione superiore. Oltre a questi atti di coraggio nascosti, nel lungometraggio appare come un prete che non fa concessioni, sempre fedele alla Parola in ogni circostanza. Durante un’omelia, non esitò, davanti a un’assemblea essenzialmente borghese, a denunciare la ricchezza superficiale citando l’epistola di san Giacomo (Gc 5, 1-2), e a mettere in guardia contro la mancanza di carità, e questo anche verso i nostri carnefici. Il film mantiene, attraverso brevi scene, la nostra mente all’erta, nel nostro rapporto con il mondo e nel nostro rapporto con il prossimo. Il vero padre Giacomo di Gesù, arrestato e deportato il 15 gennaio 1944, continuò a celebrare l’Eucaristia e a donare il sacramento della riconciliazione nel campo dove era rinchiuso. Resiliente, non lascia mai che la guerra prenda il sopravvento.

Il regista Louis Malle si è ispirato alla propria storia per scrivere Addio bambini e raccontaci del giorno in cui la sua infanzia è scomparsa. Giorno in cui capì che l’eroismo può nascondersi ovunque e la sua discrezione lo rende ancora più evidente. Era studente in questo collegio, vide portare via padre Jacques de Jésus una mattina del 1944. Addio bambiniè la storia di amicizia, preziosa spensieratezza e sacrificio di sé, che emerge da un clima di oscurità e rumore incessante.

Pratico:

Addio bambini di Louis Malle (1987) con Gaspard Manesse, Raphael Fejtö e Philippe Morier-Genoud.

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