En Italia “L’età fragile” ha ricevuto i premi Strega e Strega Giovani. È l’equivalente, in Francia, di Erik Orsenna, doppiamente premiato con il Goncourt e il Goncourt des lycéens nel 1988 per “L’Esposizione Coloniale”. “Scrivere, più di ogni altra cosa, mi permette di essere quello che non sono stato. Ed è bellissimo”, scrive Donatella Di Pietrantonio. Anche quando trae ispirazione anche da chi era.
Il peso del rimorso
Questa fragile età è quella di una studentessa di 20 anni, Amanda, che fa eco alla giovinezza di sua madre Lucia, segnata da una terribile notizia. È anche quello delle vittime di questa tragedia, tre giovani ragazze, due delle quali morirono, aggredite da un pastore macedone nella valle della Maiella, nell’agosto del 1997. Lucia, l’eroina di questo romanzo, le conosceva. Era con loro pochi minuti prima che partissero con questo giovane amichevole che si offrì di accompagnarli a casa. Si incolpa ancora, per cosa? Lei non lo sa e soprattutto, finora, non è mai riuscita a esprimere a parole questa sofferenza. Questa notizia rimase nella memoria dell’Abruzzo e dell’Italia intera sotto il nome del delitto Morrone. “Ogni momento della nostra vita cadeva in un prima o in un dopo, senza che ci fosse bisogno di menzionare il dramma. »
Un giorno Lucia si arrampica con suo padre oltre il bosco di faggi, al limite di questa parte di montagna che l’inverno raramente abbandona. Lì c’è un vecchio accampamento in rovina, dietro un cancello marcio dai rovi. Questo è il luogo della sfortuna.
Tra i desideri di suo padre e l’angoscia di sua figlia, la sua scelta è fatta
Nessuno ci ha più messo piede dopo la tragedia, e il padre non è mai riuscito a venderla. Lucia non lo vuole. Vuole farle una donazione. La giovane è particolarmente preoccupata per il ritorno della figlia, silenziosa, selvaggia, alla quale vuole “restituire il mondo”. Tra i desideri di suo padre e l’angoscia di sua figlia, la sua scelta è fatta.
Le testimonianze dell’Abruzzo
Ma in fondo, il soggetto di Donatella Di Pietrantonio non è tanto il ricordo di questi fatti quanto quanto essi rivelano di una società irrimediabilmente patriarcale. È la bellezza grandiosa e selvaggia dell’Abruzzo – questa natura che “rinasce su tragedie e disastri” – che alimenta, dal 2017, l’opera potentemente lirica di questo sorprendente scrittore, che vive tra le montagne e il mare Adriatico, in Abruzzo, Ovviamente.
Dentista per bambini, non ha abbandonato la professione per dedicarsi alla scrittura, nonostante i successi di cui ha goduto a partire da “L’Arminuta”, pubblicato quando era ormai prossima ai cinquant’anni. “L’Arminuta”, Premio Campiello e Premio Napoli, ha venduto 400.000 copie ed è stato adattato per il cinema da Giuseppe Bonito (2021). Ma l’autrice, non avida di notorietà, preferisce gli incontri informali con i suoi lettori alle interviste e ai set televisivi. Bisogna chiudere queste circa 300 pagine per assaporare tutta la potenza del brano, tratto dal romanzo di Simone de Beauvoir, “Una morte così dolce”.
“L’età fragile”, di Donatella Di Pietrantonio, traduzione di Laura Brignon, ed. Albin Michel, 272 pag., € 20,90, ebook € 14,99.