“Non è necessario essere intellettuali per adorare l'intelligenza”

“Non è necessario essere intellettuali per adorare l'intelligenza”
“Non è necessario essere intellettuali per adorare l'intelligenza”
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Sandrine Bonnaire è in scena al Théâtre de l'Atelier di Parigi fino al 31 dicembre. Anche la commedia di Marguerite “The English Lover” riecheggia alcuni episodi della vita dell'attrice.

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Non calcava il palco da 10 anni e non è un testo semplice quello che l'attrice ha scelto per il suo ritorno. Su richiesta del regista Jacques Osinski, accettò di interpretare Claire Lannes in questo adattamento del testo scritto da Marguerite Duras e rappresentato per la prima volta nel 1968.

Ispirato da una vera notizia del dopoguerra, il personaggio di Claire ha ucciso il cugino sordomuto. Seguono gli interrogatori per cercare di scoprire le motivazioni dell'assassino. E non è un caso che Sandrine Bonnaire abbia accettato il ruolo. “Il pezzo mi ricorda mia sorella Sabine (Sabine Bonnaire soffre di una forma di autismo, ndr) e mia madre” specifica l'attrice. “A Sabine perché il personaggio passa da gallo ad asino. Per me ha un accenno di autismo, è molto infantile. Mia sorella può essere molto violenta, può picchiare e piangere subito dopo ed è molto sincera perché ha ancora la sua bambina interiore. Mia madre sposò mio padre, ma era molto innamorata di un altro uomo. È un po’ come la storia di Claire Lannes”.

Accanto a Frédéric Leidgens e Grégoire Oestermann, lo spettatore cerca di comprendere le ragioni che hanno spinto il personaggio di Sandrine Bonnaire ad agire.

Non è necessario essere intellettuali per amare l'intelligenza

Sandrine Bonnaire

In Boulevard de la Seine, Sandrine Bonnaire ripercorre anche la sua carriera e il suo destino. Anche se aveva lasciato la scuola media in quinta elementare, “ma non è necessario essere intellettuali per adorare l'intelligenza”, ha detto ammiccando. Mentre viveva all'HLM di Grigny nell'Essonne, è stata notata da Maurice Pialat che lo ha rivelato al cinema in “À nos amours” nel 1983. “Ho avuto due padri, uno che mi ha partorito e un altro che mi ha partorito, Maurice Pialat”. Da allora si sono susseguite riprese con grandi registi: Varda, Rivette, Lellouche, de Palma, Chabrol, Leconte…

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