Un coro di 70 cantanti: il terzo spettacolo della Labopéra de Dordogne si preannuncia grandioso. Una nuova epopea umana e artistica per artisti, dilettanti e professionisti.
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I loro occhi brillano quando ne parlano. “Parla di libertà, di schiavitù, di liberazione appunto, e ho pensato che fosse importante ” spiega questo cantante. “È un lavoro che ho sempre amato, per questo ho iniziato“, continua quest'altro. 2600 dopo la sua morte, la storia di Nabucodonosor, il più grande re che Babilonia abbia conosciuto, entusiasma ancora gli uomini.
L'opera, ribattezzata Nabucco, fu creata da Giuseppe Verdi alla Scala di Milano nel 1842. L'opera in quattro atti si svolge tra Gerusalemme e Babilonia. Evoca l'episodio biblico della schiavitù e della tortura degli ebrei a Babilonia. Anche oggi, Va, pensiero, la melodia del coro degli schiavi ebrei, è senza dubbio una delle più conosciute al mondo.
Dopo il successo di Carmen, La Traviata e West Side Story, il Labopéra Périgord-Dordogne diretto da Chloé Meyzie si confronta sfacciatamente con quest'altro monumento dell'opera classica.
Da due mesi e mezzo i cantanti della Labopéra de Dordogne provano. Non sempre facile per gli amatori che hanno a che fare con i testi italiani di Verdi. Ci sono diverse parole chiave per capire cosa li motiva: gentilezza, perseveranza, solidarietà. “Impariamo insieme, costruiamo insieme, è davvero fantastico, è davvero un grande, grande piacere!” entusiasma questo cantante.
Un entusiasmo che il direttore del coro non smentisce.abbiamo un’energia che si è creata negli ultimi tre anni, è tutta un’atmosfera. È ottimo. Io sono come un gallo in pasta: ogni lunedì sera è per me una gioia.”, ammette Jean-François Bulart.
Un piacere su cui lavorare che raggiungerà la sua apoteosi sul palco del Palio il 5 e 6 aprile. L'anno scorso, West Side Story ha riunito più di 8.300 spettatori, un successo che cresce per il Labopéra, anno dopo anno.