Ristoranti, musica e shopping dal pranzo alla cena: il successo delle food court in Francia

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È un luogo pensato per mangiare, bere, divertirsi, fare shopping o semplicemente giocare a bocce.

In Francia si moltiplicano le food court, un’idea che arriva dall’Asia e dagli Stati Uniti.

Sept à Huit ha voluto comprendere il fenomeno recandosi alle Halles du Lez, a Montpellier, che sta riscuotendo un grande successo.

Ogni anno due milioni e mezzo di visitatori affollano questo ritrovo gourmet. Con i suoi 38 stand di cucina, 52 food truck e diversi bar sul tetto, la food court di Montpellier, Les Halles du Lez, ha già i suoi fan.

“Ci siamo divertiti tantissimo tutta la sera! I server sono super cordiali e molto belli!”, sorridono tre amici nel video all’inizio di questo articolo. Sul roof top, cinque bar ciascuno con la propria specialità, dal più festoso al più intimo. Quanto basta per variare le atmosfere a seconda dell’umore. Questo è il principio della food court: un luogo dove mangiare, bere e divertirsi, giorno e notte, con gli amici, ma anche con la famiglia.

L’imbarazzo della scelta, dal sushi giapponese alla burrata italiana

Per mangiare, ogni stand ha la sua specialità. “Individuiamo, facciamo un piccolo giro, così poi ognuno può disegnare quello che vuole!”, spiega una madre. C’è da dire che c’è l’imbarazzo della scelta perché l’offerta è talmente varia, dal sushi al merluzzo acras, passando per i churros e le altre burrate italiane, che basta girovagare per prendere una decisione. La promessa: ricette freschissime, realizzate sul posto. Niente servizio al tavolo, però: il principio è ritirare tutto da soli e poi scegliere il proprio posto, ovunque nella sala. In totale, per quattro adulti e quattro bambini, il gruppo seguito dal nostro team paga 24 euro a persona, bevande e dolci compresi.

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Il concetto, importato dall’Asia e dagli Stati Uniti, ha riscosso un successo strepitoso: in dieci anni in Francia sono già state inaugurate 70 aree ristorazione. Quello di Montpellier è uno dei più frequentati, con due milioni e mezzo di visitatori ogni anno. Luoghi dove i grandi marchi sono assenti. Solo piccoli padroni gestiscono le loro attività, dalle cucine ai campi da bocce, ai negozi dell’usato, ai mercatini delle pulci e ad altri barbieri.


SJ | Relazione: Stéphane Sanchez, Michaël Guiheux

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