SCOPRI TUTTO SUI – 60 anni della Ford Mustang: questa nuova sfida che l’auto deve raccogliere

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Nel 1964 apparve un UFO nella galassia Ford, il Mustang e il suo cavallo al galoppo. La leggenda narra che il primo giorno in cui fu messo in vendita, ne furono vendute 22.000. Un successo immediato per questa vettura che è il simbolo di un’epoca, il segno di una generazionee che dopo tutti questi anni è ancora lì, rinnovata e in versione elettrica.

Al momento del lancio della Mustang, la scommessa di Ford era quella di offrire alla giovane generazione dei baby boomers, coloro che nel 1964 avevano 18-20 anni, un veicolo adatto a loro “per permettere loro di festeggiare la fine degli studi e poter andare, soprattutto con più persone, un’auto che potesse essere una decappottabile e che doveva essere economicamente accessibile“, indica Louis-Carl Vignon, direttore generale di Ford Francia.

La grande forza della Ford è stata quella di riuscire a realizzare un’auto sportiva ad un prezzo accessibile. “È un po’ come la “macchina del popolo”, ma sportiva. Ed è stata davvero una rivoluzione. Penso che da allora non sia più stato imitato. All’epoca non esisteva quasi nessun’altra automobile o altra marca che facesse lo stesso della Ford”, stima Christophe Bourroux, specialista automobilistico di RTL.

La nuova sfida di Mustang

Sessant’anni dopo la sua creazione, la Mustang dovrà affrontare una nuova sfida: la sua elettrificazione. Nel 2020 è stata lanciata una Mustang elettrica, la Mustang Mach-E. Ford attira così un nuovo pubblico e vive soprattutto con i vincoli di un’era segnata dal riscaldamento globale.

“Oggi è innegabile che dobbiamo intraprendere un certo numero di azioni per lottare contro il cambiamento climatico. Questa è anche una delle convinzioni della famiglia Ford. Non dobbiamo dimenticare che il marchio Ford, e che era originariamente, dai tempi di Henry Ford. l’idea era quella dicontribuire a migliorare la vita delle persone. E oggi, quando guardiamo alla missione dell’azienda nel migliorare la vita delle persone, c’è il fatto di contribuire a questa lotta contro il cambiamento climatico. Quindi abbiamo due soluzioni. O uccidiamo le icone. O proviamo a far sopravvivere le iconeper continuare a dar loro vita negli anni futuri”, spiega Louis-Carl Vignon.

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