Da dove nasce questo desiderio di avere sempre a portata di mano l’ultimo gadget tecnologico? Niels Weber, psicologo e psicoterapeuta, specializzato in iperconnettività, risponde agli studenti dell’11VG4 del college Grand-Champ di Gland (VD).
“Per strada vedo spesso persone con telefoni nuovi di zecca… Mi rende un po’ geloso perché anch’io vorrei potermi permettere un oggetto del genere”, dice Patricio, 14 anni, di Gland. Il suo compagno di classe Alexandre, 14 anni, parla di “lunghe trattative” con i suoi genitori per ottenere l’ultimo modello.
Secondo Niels Weber, diverse ipotesi possono spiegare questo desiderio di ottenere l’ultima innovazione tecnologica. “Il primo può essere collegato a quanto diceva il filosofo tedesco Schopenhauer: “La felicità non esiste, siamo costantemente in bilico tra il desiderio di avere qualcosa e la noia di averlo già”, analizza.
Vogliamo far parte di un gruppo, il gruppo che ha lo stesso telefono o la stessa console di gioco.
Seconda ipotesi, la nostra società oggi lavora molto sulla ricompensa. “Abbiamo lavorato bene, abbiamo ricevuto uno stipendio come ricompensa e con questo stipendio vogliamo comprare cose che ci rendano felici”, spiega lo specialista.
“E poi un’ultima ipotesi: oggi i nostri strumenti digitali esprimono qualcosa della nostra personalità. Questo è molto legato a un fenomeno di appartenenza. Vogliamo quindi appartenere a un gruppo e opporci a chi non ha gli stessi strumenti come noi.”
In che modo Apple influenza le persone? I giovani sono più colpiti da questo fenomeno? Per tutta questa settimana, Point J vi propone una serie di episodi realizzati in collaborazione con gli studenti dell’11VG4 del college Grand-Champ di Gland, una quindicina di giovani dell’ultimo anno della scuola dell’obbligo.
>> Ascolta l’episodio di Point J:
Julie Kummer, Juliane Roncoroni e il team Point J
