l'esercizio del potere in un convento galattico

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Valya Harkonnen (Emily Watson) e Tula Harkonnen (Olivia Williams) nella serie “Dune: Prophecy”, creata da Diane Ademu-John e Alison Schapker. WARNER BROS/HBO

MAX – SU RICHIESTA – SERIE

Se ci atteniamo alla cronologia che fa Dune: Profeziail prequel di Duna (il romanzo di Frank Herbert, i lungometraggi di Denis Villeneuve), possiamo stimarlo La guerra del fuoco è il prequel di Spartaco. Diecimila anni separano questa serie, ispirata a La Comunità delle Sorelle, di Brian Herbert (figlio di) e Kevin J. Anderson, film in cui Timothée Chalamet è l'eroe.

Ma dobbiamo credere che in questo lontano futuro il tempo dura molto, e troveremo in questo racconto dei primi tempi dell'impero inventato da Frank Herbert i costumi (le lunghe vesti nere del Bene Gesserit, l'ordine monastico-politico il cui gestazione è al centro di questi sei episodi), cognomi (Atreides, Harkonnen) e usanze (l'uso della spezia, il narcotico prodotto dal pianeta Arrakis) che saranno attuali cento secoli dopo.

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Dune: Profezia offre quindi un'escursione in un terreno quasi familiare, ma allo stesso tempo esotico. Riscoprendo le figure drammatiche e grafiche dell'opera spaziale e della tragedia dinastica, la serie creata da due donne, Diane Ademu-John e Alison Schapker, si allontana molto dai suoi concorrenti: storie dall'universo di Guerre stellari, quelli ispirati da Game of Thrones – per portare una corrente d’aria fresca (e spesso agghiacciante) nella galassia.

Emily Watson nel ruolo della Madre Superiora

Questa stagione inizia qualche decennio dopo che gli esseri umani hanno represso la rivolta dell’intelligenza artificiale e vietato la produzione e l’uso di macchine pensanti. Le astronavi riescono tuttavia a trasportare la spezia ai suoi consumatori e l'umanità ha conquistato la galassia, riunita in un impero guidato da un sovrano il cui aspetto altezzoso mal maschera la sua debolezza (esercizio al quale Mark Strong, che interpreta il ruolo dell'imperatore, si sacrifica brillantemente). ).

Due sorelle, Valya e Tula, provenienti da una stirpe screditata, gli Harkonnen, hanno deciso di fare dell'ordine religioso a cui appartengono uno strumento politico, ponendo una suora a capo di ciascuna grande casata. Valya (Emily Watson) ha assunto il ruolo di imperatore, ma deve affrontare l'irruzione di un guerriero sfregiato e dotato di poteri soprannaturali (Travis Fimmel, spettacolare). Nell'universo di Dunaqueste facoltà di origine mistica suppliscono all'assenza di intelligenza artificiale.

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