L'australiano e i suoi cattivi semi sono tornati a Parigi due anni dopo una notevole apparizione al festival Rock en Seine. Con un catalogo di canzoni arricchito dalle meraviglie che costituiscono “Wild God”, il nuovo album dei Bad Seeds pubblicato quest'estate, Nick e i suoi accoliti hanno offerto una performance di potenza sconcertante e rara intensità. Narrativa.
“Dannazione, come si svolge un fottuto concerto dei Bad Seeds?” Nick Cave ce lo ha detto quest'estate. Aveva appena completato tre date intime nell'ambientazione futuristica di un locale di Reykjavik, al pianoforte, accompagnato solo da Colin Greenwood al basso, e stava pensando un po' a un nuovo mostruoso tour che avrebbe portato lui, Warren Ellis e i loro accoliti. ai quattro angoli del mondo da difendere Dio selvaggioil loro nuovo album.
“Non è una cosa da prendere alla leggera, ci sono tutta una serie di sfide, devi essere pronto a ritrovarti in certi stati. Se pensi di dover semplicemente salire sul palco ed esibirti, ti sbagli.”continuò guardandoci dritto negli occhi, come a dire: “ragazzo, non credo che tu capisca bene di che impegno stiamo parlando”.
Un calore gospel che ti arrostirà le viscere
Con Nick Cave questo non è il nostro primo ballo, eppure rimaniamo ancora sorpresi, ogni volta che rimette una moneta nella macchinetta e torna in tournée, di avere l'impressione di assistere all'ultimo concerto in assoluto. Lo spettacolo di domenica 17 novembre all'Accor Arena (Parigi) non ha fatto eccezione. “Messianico” ; “biblico” ; “cristiano” ; “la massa”. Il campo lessicale della religione sarà stato ampiamente arato alla fine della performance di ieri dei Citizen Cave, che ha chiuso la sequenza europea e britannica del Wild God Tour, iniziato lo scorso settembre a Oberhausen, in Germania. Come non lasciarsi tentare da questa folle verbosità? In mancanza di meglio, ha il merito di circoscrivere tutta una parte dei sentimenti che ci assalgono durante le sue due ore e mezza di performance sull'orlo dell'abisso, apocalittiche, ma irradiate da un calore gospel che vi arrostirà le viscere. .
“Attribuisco troppo valore alle esibizioni dal vivo. Per il mio bene, ma anche perché credo che possa davvero avere un impatto sul modo in cui le persone si sentono nei confronti del mondo (…) Ho l’assoluta certezza di cogliere una delle ultime opportunità che ci restano per vivere un’esperienza di trascendenza qui sulla terra”disse ancora, il Nick. Per quanto grande sia questa sala dell'Accor Arena, Nick Cave e i suoi Bad Seeds non sono mai sembrati così a portata di mano. Questa mano, quella dell'australiano, perduta nella selva di braccia alzate con fervore in prima fila, che sembra anch'essa benedire le folle, ungere, cancellare i dolori e assolvere i suoi devoti apostoli da tutti i peccati del mondo.
Dio selvaggio sotto i riflettori
Dopo la performance molto pastorale degli inglesi dei Black Country, New Road, che hanno aperto ieri, Nick Cave e i Bad Seeds sono arrivati sul palco accompagnati da quattro coristi e dal bassista Colin Greenwood (Radiohead). È Rane che aprirà le danze, tratto dall'ultimo album. Le rane, allegoria della gioia, per il buon vecchio Nick, finalmente uscite dai bordoni lacerati dell' Ghosteen (2019) e paesaggi desolati di Albero di scheletro (2016). Seguirà Dio selvaggioun pezzo schiacciante che sul palco assume tutto il suo eccesso (“abbassa il tuo spirito”colpisce il maestro come un dannato mantra espiatorio), quindi La canzone del lago. Prima del lancio O bambiniNick chiede al pubblico di cantare insieme a lui. Ma è troppo presto, troppo sorprendente per lasciarsi andare completamente. Piccolo momento di esitazione. Non importa, i Bad Seeds si imbarcano in a Via del Giubileo che non è mai sembrato così potente, spaventoso. La stanza è devastata. In piedi, ma superati.
Da Lei all'Eternità aggiungerà uno strato. Che intensità, accidenti, il cantante non resisterà altre due ore così, facendo salti da capra, sbattendo il microfono a terra, consegnando il suo corpo alle prime file come un'ostia. Era necessario Lunga notte oscura et Cavalli alla cannelladue titoli elegiaci da Dio selvaggioper riprendere fiato (il grado di devozione resta comunque lo stesso), prima che tuoni la tempesta di un Tupelo riproducendo la nascita di Elvis Presley come se fosse l'arrivo sulla Terra dell'Anticristo. Ho bisogno di teal pianoforte, Twilight, sarà dedicato a sua moglie Suzy e per quanto riguarda Mano destra rossa e le sue riconoscibili campane tubolari, introdurrà idealmente Il Seggio della Misericordia. È grandioso e imponente Elefante biancot (estratto da Carneficina di Nick en Warren, uscito nel 2021) che concluderà il set, prima dei bis. “Ti sparo in faccia, cazzo!”
Un'esperienza di trascendenza
I Bad Seeds se ne vanno e ritornano. O Wow O Wow (Quanto è meravigliosa)un omaggio ad Anita Lane, apre il ballo, seguito da Papà non ti lascerà, Henry e di La canzone piangente. Determinato a offrirci un ultimo momento sospeso, Nick evacuerà il palco, si metterà dietro il suo pianoforte a coda e ci consegnerà un Tra le mie braccia per farti incazzare per il resto dell'anno. Del resto non è certo che la Grotta non si sia asciugata lui stesso un piccolo strappo.
“Ho l’assoluta certezza di cogliere una delle ultime opportunità che ci restano per vivere un’esperienza di trascendenza qui sulla terra”ha detto. Missione compiuta.