Un’infermiera che ha somministrato un sedativo a una paziente vulnerabile per aggredirla sessualmente all’ospedale di Notre-Dame è stata condannata venerdì a 28 mesi di penitenziario. Senza rimorso, Amrane Kacher continua a denigrare la vittima, che lo avrebbe blandito.
Pubblicato ieri alle 17:19
“La vittima è tornata in ospedale per essere sottoposta a cure mediche. Si aspettava che lo staff medico avesse a cuore i suoi migliori interessi. Invece, ha subito una violenza sessuale per mano di un’infermiera che ha usato la sua posizione di fiducia per abusare di lei”, ha detto venerdì il giudice Salvatore Mascia al tribunale di Montreal.
Amrane Kacher, un’ex infermiera di 43 anni, è stata dichiarata colpevole di violenza sessuale lo scorso gennaio. Al processo descrisse la vittima come una “tentatrice”. Ma la sua “assurda” difesa è stata completamente respinta dal giudice. Dopo i fatti è stato licenziato e non è più iscritto al suo ordine professionale.
La vittima, una donna sulla trentina, è stata ricoverata all’ospedale Notre-Dame di Montreal nella primavera del 2021 per curare il suo alcolismo. Era sotto controllo medico come parte di un trattamento chiuso. Amrane Kacher gli ha prestato rapidamente un’attenzione “sproporzionata” durante il suo ricovero in ospedale.
Una notte, l’infermiera somministrò alla vittima una dose inaspettata di valium, un sedativo. Mentre lei era stordita, lui ha colto l’occasione per aggredirla sessualmente. La vittima continuava a ripetere “no” durante l’aggressione e cercava di difendersi. L’aggressore le ha fatto cunnilingus e si è masturbato davanti a lei.
Ancora oggi Amrane Kacher non ha rimorsi. Incolpa la vittima di “sedurlo”. Ai suoi occhi, la donna gli ha “teso una trappola” presentandosi in questo reparto ospedaliero. Arriva addirittura a dire che la vittima ha approfittato della sua “gentilezza” e della sua “ingenuità”.
“Fa commenti denigratori nei confronti del paziente. Sembrava che la sessualizzasse, dicendo che era sempre seducente, posizionandosi in modo suggestivo e vestendosi con abiti sexy”, si legge in un rapporto di valutazione.
Nel verbale si legge che in passato l’ex infermiera era già stata sospesa per “aver tenuto comportamenti e commenti insistenti nei confronti delle colleghe”.
Il giudice Mascia ha escluso la proposta della difesa di una pena “indulgente” da 15 a 18 mesi. A causa delle numerose aggravanti, tra cui la violazione della fiducia e la vulnerabilità della vittima, ha invece scelto una pena penitenziaria. Il giudice ha però scelto un quantum inferiore ai tre anni richiesti dalla Corona, tenendo conto del principio di “moderazione”.
“Una sentenza esemplare è necessaria per garantire la deterrenza collettiva e soprattutto per sottolineare agli operatori sanitari che beneficiano di una posizione di fiducia che qualsiasi abuso sarà severamente punito”, ha concluso il giudice.
Qualche giorno fa, Jean-Élie Paul, un assistente beneficiario che ha aggredito sessualmente un paziente ubriaco in mezzo al corridoio dell’ospedale Saint-Eustache, è stato condannato a tre anni di prigione.