“La Sostanza” e il suo direttore si ritirano dal festival Camerimage per protesta

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Coralie Fargeat avrebbe dovuto presentare “The Substance” al festival polacco Camerimage. Ma la regista francese ha cambiato idea. In questione: le dichiarazioni ritenute misogine dal regista dell’evento, in contraddizione con lo scopo stesso del suo film.

Demi Moore in “The Substance”, simbolo dell’ageism di cui le donne sono vittime. Foto Christine Tamalet – Universal Pictures – Working Title Films

Di Caroline Veunac

Pubblicato il 16 novembre 2024 alle 16:46

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Nné uno né due: Coralie Fargeat ha deciso di ritirare il suo film, La sostanzadal programma di Camerimage, festival cinematografico incentrato sulla cinematografia, che si svolge nella città polacca di Toruń dal 16 al 23 novembre. In un articolo pubblicato sulla rivista Rivista mondiale di cinematografia, il suo direttore, Marek Żydowicz, aveva infatti lasciato intendere che il desiderio di includere le donne nelle selezioni avrebbe potuto portare a selezionare film mediocri. “ Dovremmo rifiutare opere di valore solo per “fare spazio” in nome del cambiamento sociale? »si chiese.

Commenti inaccettabili agli occhi del regista francese, compreso il film horror, che presenta il confronto tra una regina dell’aerobica classificata per la sua età (Demi Moore) e la sua sosia più giovane (Margaret Qualley), afferma a gran voce il suo messaggio femminista. « “La sostanza” riguarda proprio l’effetto che questo tipo di comportamento ha sul nostro mondo. Non dovremmo più tollerarli »ha detto per spiegare la sua decisione su X, mentre il suo direttore della fotografia, Benjamin Kračun, le è stato solidale.

Anche il regista Steve McQueen si è ritirato

La sua reazione non è isolata: quella del regista britannico Steve McQueen, che doveva proiettare Blitz all’apertura del festival e riceverà un premio, facendo anche sapere che non ce ne sarebbe stato uno. “È nostro dovere creare e pretendere più spazi affinché tutti possano sedersi al tavolo”ha commentato sulla rivista americana Varietà. Quanto al collettivo Women in Cinematography, creato all’inizio dell’anno per riunire registe e direttrici della fotografia di tutto il mondo, ha pubblicato un lungo comunicato stampa per denunciare il modo in cui il festival aveva sistematicamente tenuto da parte le personalità femminili: “L’esclusione storica delle donne, salvo rare eccezioni, da parte di Camerimage, è la ragione stessa della formazione di Women in Cinematography. »

La controversia è tanto più impegnativa in quanto il festival polacco si concentra più specificamente sulle riprese: dovremmo vedere nel suo posizionamento una resistenza a cedere la macchina fotografica e l’inquadratura alle donne, emblemi di uno sguardo maschile onnipotente? Questi attriti mostrano anche che, nonostante i progressi simbolici, l’effettiva femminilizzazione del cinema deve ancora affrontare seri ostacoli, come dimostra il calo del numero di film diretti da donne nel 2023 registrato dal CNC. Di fronte all’abbandono dei suoi ospiti, Marek Żydowicz si è scusato per due volte e ha promesso di aprire la discussione su come “per andare avanti insieme in modo più aperto e inclusivo”. Una riflessione che dovrebbe essere avviata in questo numero da Cate Blanchett: presidente della giuria, l’attrice ha scelto di restare al suo posto e si è detta impaziente di combattere sui temi della parità.

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