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Editoriale di Vernon
Pubblicato il
10 novembre 2024 alle 12:26
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Nella rubrica mensile proposta da Le Démocrate vernonnais, lo storico locale Jean-Paul Lefebvre-Filleau evoca questo novembre il rifiuto del celebre pittore impressionista diTuo Pierre Bonnard per dipingere il ritratto del maresciallo Pétain.
Nato il 3 ottobre 1867 a Fontenay-aux-Roses (Hauts-de-Seine), Pierre Bonnard, pittore, decoratore, illustratore, litografo, incisore e scultore, amico di Claude Monet, è considerato dai suoi contemporanei come “l’ultimo dei impressionisti ».
Animato da un carattere gentile, discreto e solitario ma di buona compagnia, pieno di umorismo con scatti di allegria ed entusiasmo, Pierre Bonnard è talvolta incline alla malinconia. Raramente si confida con chi gli è vicino.
Amicizia con Claude Monet
Laureato in giurisprudenza nel 1888, avvocato nel 1889, si recò in aula più per disegnare avvocati che per patrocinare. Ma è la pittura che lo interessa. Ha abbandonato rapidamente la sua carriera legale.
Nel 1900 Bonnard veniva spesso a trovarlo Normandia, in particolare a Criquebeuf-sur-Seine (Eure) e Vasouy (Calvados). Amante della natura, acquistò nel 1912 una piccola casa che chiamò “Ma Roulotte”, situata al 41, bis route des Andelys, a Vernon (Eure). Questa modesta abitazione ha un giardino dalla vegetazione rigogliosa e un balcone che offre una vista panoramica della Senna, dove gli piace andare in canoa, e della campagna circostante dove passeggia ogni mattina con qualsiasi tempo, con le sue luci cangianti. Rimase di sua proprietà fino alla sua morte nel 1947.
Claude Monet frequentava la “Roulotte”, nonostante la differenza di età e le differenze nella composizione o nella pittura all’aperto. Monet si informa sull’opera del fratello minore, esprimendo la sua opinione con un gesto o con un sorriso. Bonnard resta sempre deferente verso il padrone di Giverny.
Anche la luce abbagliante del Sud della Francia non lo lascia indifferente. Nel febbraio 1926, acquistò una villa (oggi museo Pierre Bonnard), a Le Cannet (Alpi Marittime), 29, avenue Victoria, che chiamò “Le Bosquet”. Da allora in poi si divide tra il suo appartamento parigino e le sue proprietà a Vernon e Le Cannet.
Patriottismo e repubblicanesimo
Un aspetto poco conosciuto della personalità di Pierre Bonnard, “pittore di luce e colore”, è il suo e il suo patriottismo repubblicanesimo. La sconfitta francese dell’estate del 1940 lo sorprese nella sua villa di Le Cannet e lo colpì enormemente, secondo il pronipote Antoine Terrasse (1928-2013), critico e storico dell’arte.
Decise allora di restare nella sua villa di Le Cannet, situata in una zona non occupata, e di intraprendere una resistenza passiva ma determinata. Così, nel 1941, rifiutò di unirsi ai pittori e scultori francesi che risposero favorevolmente all’invito di Joseph Goebbelsministro tedesco dell’Istruzione popolare e della propaganda.
Capisce subito la trappola che gli è tesa: con il pretesto di esporre opere d’arte francese a Berlino, non vuole fungere da agente di propaganda per il regime nazista.
La postura resistente del pittore
Lo stesso anno, nel mese di novembre, Abel Bonnard (1883-1968), membro della Consiglio nazionale del governo di Vichysoprannominato dalla resistenza Abetz Bonnard, visti gli stretti rapporti che manteneva con l’ambasciatore del Terzo Reich Otto Abetz, a Parigi, chiese al suo omonimo di dipingere gentilmente il ritratto del capo del “cosiddetto Stato francese”, in qualità di Generale de Gaulle proclamava.
Non volendo associare il suo nome al regime di Vichy, Pierre Bonnard, che non ha legami familiari con Abel Bonnard, ha trovato un sotterfugio per eludere questa richiesta ufficiale: ha chiesto numerose sessioni di posa e un compenso in natura che Abetz Bonnard non può ottenere dal vecchio Maresciallo….
L’atteggiamento resistente di Pierre Bonnard è caratterizzato anche dal suo rifiuto di vendere i suoi quadri e di partecipare a mostre finché la Francia sarà occupata dai tedeschi.
Jean Moulin e Pierre Bonnard, un’amicizia discreta
L’unica galleria dove si espone è quella dove dirige Jean Moulin, alias Max Consiglio Nazionale della Resistenzaaperto a Nizza, 22, rue de France. Questa Galleria Romanin permette a Max, sentendosi sempre più osservato, di crearsi una copertura per giustificare, davanti alla polizia tedesca e a Vichy, i suoi numerosi viaggi, con l’apparenza di cercare quadri da vendere e di contattare pittori o mercanti di quadri. .
Nel dicembre 1942 acquistò, con il suo vero nome, un’ex libreria chiamata “La Boîte à bouquin”, che fece progettare dal decoratore Jean Cassarini (1910-2005).
La Galleria Romanin fu inaugurata in pompa magna il 9 febbraio 1943, alla presenza del prefetto delle Alpi Marittime, del suo segretario generale, del sindaco e di personalità nizzardi.
L’incontro tra il pittore di luce e colore e il cantore della Resistenza non è un caso.
In effetti, i due uomini mantengono un’amicizia discreta, soprattutto perché Moulin è, nel tempo libero, un eccellente disegnatore e acquarellista.
Il leader della Resistenza francese progetta addirittura di scrivere una biografia di Pierre Bonnard dopo la guerra. L’arresto di Max da parte del Gestapo, a Caluire, il 21 giugno 1943, seguita dalla sua morte, farà scomparire questo bellissimo progetto.
Epilogo
L’ultimo soggiorno di Pierre Bonnard a Parigi ebbe luogo dal 7 al 20 ottobre 1946. In questa occasione fece visita a suo nipote Charles Terrasse (1893-1982), curatore del castello di Fontainebleau. Al suo ritorno al “Bosquet”, la sua salute peggiorò rapidamente. Morì il 23 gennaio 1947.
Jean-Paul Lefebvre-Filleau
Informazioni pratiche
Il nostro cronista storico dedicherà le sue opere al 4° Natale del libro di Vexin-sur-Epte, municipio di Tourny (Eure), il 1 dicembre, dalle 14 alle 24.
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