Nell’atelier di… Jean-Charles de Castelbajac, creatore colorato

Nell’atelier di… Jean-Charles de Castelbajac, creatore colorato
Nell’atelier di… Jean-Charles de Castelbajac, creatore colorato
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Tamburi colorati all’ingresso, faccina XXL appoggiata al muro, poltrona Joe che sembra un guantone da baseball su un tappeto di Keith Haring, disegni poetici appesi al muro: è in un disordine gioioso e colorato che ci accoglie al terzo piano di questo edificio Haussmann, non lontano da Place des Ternes, nel 17e quartiere di Parigi. La tana di un uomo che insegue le passioni senza negarne nessuna. Couturier, stilista, disegnatore, curatore e scenografo, Jean-Charles de Castelbajac, 74 anni, naviga da un campo disciplinare all’altro da mezzo secolo. “Non ho mai lavorato tanto quanto oggi”dichiara avidamente.

La sua ultima opera – lunga 17 metri e larga 5 – non passa inosservata nella capitale. Un affresco su traliccio ligneo realizzato dalla centenaria casa Tricotel, L’angelo geografo, rivelato il 31 maggio sul muro della Società Geografica, la più antica del mondo (1821), boulevard Saint-Germain. Questo angelo che brandisce un globo verso il cielo come “giocatore di basket del Signore”secondo il suo autore, fa già parte del percorso delle Olimpiadi della Cultura, programmazione artistica legata ai Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024. “Dopo aver disegnato con il gesso per tutta Parigi, questo è il mio primo lavoro duraturo”accoglie Jean-Charles de Castelbajac brandendo il bozzetto preparatorio. È leggermente spostata rispetto al muro in modo che, quando colpisce il sole, si crei un gioco di ombre. Non voglio che le piante crescano lì, tranne forse dopo la mia morte.”precisa l’interessato.

Gli angeli sono diventati il ​​suo marchio di fabbrica, insieme ai colori primari, blu, giallo, rosso e talvolta verde. I miei angeli sono compagni che condivido, le ultime rappresentazioni spirituali consensuali perché presenti in tutte le religioni, ma anche geni della Repubblica”, lui spiega. Dal 2009 sono disegnati in volute di metallo sullo schienale della sedia Fermob o in legno tagliato sulle sedute Maison Dada (collezione “Mise en Seine”, 2022). Un cherubino sfila ancora sulla tela della poltrona sfoderabile AA (2024) dell’editore francese Airborne o su un arazzo e cuscini del tessitore Jules Pansu.

Jean-Charles de Castelbajac nell’appartamento dove lavora, a Parigi. ALEXANDRE TABASTE PER “IL MONDO”

Ali, cuori, colombe o nuvole compaiono sui delicati bicchieri soffiati a bocca di WawwLa Table (collezioni “Ombres blanche” e “Cœuriatides”, 2023). Mentre parole dolci si depositano nell’incavo dei piatti, ma anche sulle tazze, sui piatti da portata e perfino su un tavolino della fabbrica di maioliche Gien (L’Archipel sentimental, 2023). “Il padrone di casa può inviare un messaggio a ciascuno degli ospiti seduti… E poiché la terracotta ha un decoro blu Gien, si possono tirare fuori vecchi servizi per mescolare i pezzi”sottolinea l’artista.

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