tenero ritorno dell’attore cult, questa sera su C8

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Questo è senza dubbio il segno distintivo dei grandi attori. Di generazione in generazione, incontrano un nuovo pubblico anche se sono entrati nel paradiso degli attori. Louis de Funès, morto nel gennaio 1983, fa sempre ridere tutte le età, i vecchi, i meno vecchi, i giovanissimi e i giovani. Dai 7 ai 77 anni.

Questo documentario, trasmesso mercoledì 23 ottobre la sera su C8, intitolato Louis de Funès, il riso eterno, innanzitutto ti permette di rivedere le scene cult dei suoi numerosi film. Sono innumerevoli, dalla serie eterna di Polizia di Saint Tropez di passaggio manie di grandezza, Il Grande Mocio , Le CorniaudIL Fantasmi O la traversata di Parigi. Un’antologia già vista e rivista, ma di cui non ci stanchiamo mai.

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In “The Man-Orchestra”, Louis de Funès ha mostrato un altro aspetto del suo immenso talento. | © FILM SKOPIA
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In “The Man-Orchestra”, Louis de Funès ha mostrato un altro aspetto del suo immenso talento. | © FILM SKOPIA

Dietro il poster, e questo personaggio arrabbiato dell’uomo arrabbiato più amichevole in Francia c’è una lunga storia. Quella di un attore che ha cominciato a mangiare la mucca pazza accontentandosi di ruoli piccoli ed economici e prendendosi il tempo per costruire il suo personaggio che sarebbe scoppiato parecchi anni dopo.

Il genio non si improvvisa. È un po’ di talento e molto lavoro. Louis de Funès ha quindi lavorato molto per affinare il suo personaggio e, sul set, non ha esitato a ripetere le scene senza stancarsi per ottenere il risultato atteso.

Abbiamo detto motore ed erano fuochi d’artificio

Era un maniaco del lavoro. Prendeva molto sul serio la commedia. Ha pensato molto prima di giocare spiega il documentario. Era un perfezionista sottolinea il regista e sceneggiatore Patrice Leconte. Aveva sempre un occhio su tutto aggiunge il nipote, Laurent de Funès.

Anche al culmine della sua gloria, Louis de Funès rimase inquieto, sempre incerto sull’esito dei suoi film. Con discrezione, dopo l’inizio della sessione, è entrato nei cinema per assicurarsi che il pubblico ridesse mentre guardava il suo nuovo film.

Con il suo carattere di eterno lamentoso, di fastidio e di malafede ben radicata, Louis de Funès vola di successo in successo. Come se tutto quello che dovevi fare fosse premere il pulsante. Divertente quando parla come quando non parla sottolinea il comico e attore François-Xavier Demaison.

Una scena cult tra tante con Yves Montand, in “La follia della grandezza”. | © FILM SKOPIA
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Una scena cult tra tante con Yves Montand, in “La follia della grandezza”. | © FILM SKOPIA

Patrick Préjean che faceva parte della gloriosa squadra di Polizia di Saint Tropez (In Il gendarme e le gendarmette, è il quartiermastro Perlin) ricorda le riprese con Louis de Funès: “Abbiamo detto motore, ed erano fuochi d’artificio. »

Anche Louis de Funès aveva il suo giardino segreto, sulle rive della Loira a Cellier (Loira Atlantica). Tra un germoglio e l’altro risiedeva nel suo castello e coltivava le sue rose. Fu lì che morì di infarto il 27 gennaio 1983. “L’unico giorno in cui non ci ha fatto ridere” diapositive del documentario. Ci ha fatto anche piangere.

C8, Mercoledì 23 ottobre, 23:05

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