Premio Femina Straniera 2020, Deborah Levy è diventata parigina a tutti gli effetti

Premio Femina Straniera 2020, Deborah Levy è diventata parigina a tutti gli effetti
Premio Femina Straniera 2020, Deborah Levy è diventata parigina a tutti gli effetti
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Attraverso la finestra, spalancata per far uscire il fumo delle sue sigarette marroni con il filtro bianco che schiaccia a metà, si vede la guglia di Notre-Dame-de-Paris. Seduta a un grande tavolo bianco nell’incantevole monolocale che affitta da un anno su 5e quartiere della capitale, a due passi dalla Senna, Deborah Levy, scrittrice londinese e parigina d’adozione, è calda e ieratica, un po’ intimidatoria. Lei lo sa.

Di fronte a lei, un vaso da cui spuntano tulipani rosa e ranuncoli arancioni. Alla sua destra, il suo laptop aperto. Alla sua sinistra, alcuni libri: una vecchia edizione tascabile, in francese, diCosì parlò Zarathustra, di Nietzsche, comprato in una libreria di seconda mano perché gli piaceva la copertina, Il Requiem di Freud, un saggio letterario sull’inventore della psicoanalisi, la biografia di Colette di Julia Kristeva e il libretto di “Lacan, la mostra”, che ha recentemente visitato al Centre Pompidou-Metz. Ci sono anche una decina di uova, ben disposte in un espositore di ghisa che si trova nei mercatini delle pulci. “Le uova sono troppo belle per essere confinate in cucina!” “, lei dice.

Questo arredamento, quotidiano e intellettuale, sembra uscito da uno dei suoi libri. “Ho suggerito un incontro qui perché c’è poco della mia vita in questo appartamento”, annuncia ancora Deborah Levy. Con lo stesso tono inequivocabile metterà da parte l’idea che si possa parlare alla propria cerchia familiare. Questa scrittrice protegge la sua vita privata come la star che è diventata.

Ricordato dal romanzo

Dalla pubblicazione in francese, quattro anni fa, dei primi due volumi di quella che lei chiama “autobiografia in movimento”, Deborah Levy, 64 anni, occupa l’immaginazione dei lettori francesi. Questi lavori, “esistenziale, filosofico, poetico e personale”, così come lei li descrive senza falsa modestia, la dipingono nell’esistenza che è stata costretta a reinventarsi all’età di 50 anni, in seguito ad un doloroso divorzio.

Nutriti dalla sua vita, questi resoconti quasi in tempo reale delle sue tribolazioni geografiche, difficoltà materiali e pensieri prosaici o metafisici hanno rinnovato, nel mondo anglosassone, il genere dell’autofiction. Uscito nel 2016 in inglese, il suo romanzo Latte caldo uscirà in Francia il 10 maggio, trainato da una tiratura iniziale di 17.000 copie (un dato abbastanza eccezionale nel mondo della letteratura straniera). L’adattamento cinematografico del libro, diretto dall’inglese Rebecca Lenkiewicz, uscirà quest’anno sul grande schermo. Le attrici di spicco Emma Mackey (rivelate dalla serie Educazione sessuale) e Vicky Krieps (visto da Paul Thomas Anderson, Mia Hansen-Løve e presto Jim Jarmusch) interpretano i ruoli principali.

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