Mobili per bambini, parco giochi dei designer

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Da sinistra a destra: Gioco di costruzioni Baby-Lonia, di Gianni Arnaudo/Studio 65 (1973), Culla Fleur, di Philippe Pradalié (1970-1972), Mobili Pomme, di Patrick Arlet (1971), presentati nella mostra “L’Infanzia of Design” al Centre Pompidou di Parigi. JANETH RODRIGUEZ-GARCIA/CENTRO POMPIDOU

Lei non esisteva poco più di un secolo fa. La cameretta dei bambini, come spazio abitativo riservato ai più piccoli all’interno della casa, è stata inventata in Europa nel XIX secolo.e secolo. Eccola, sfilare al Centre Pompidou, sotto il titolo “L’infanzia del design”. Un secolo di mobili per bambini”, in mostra fino al 12 agosto a Parigi. Per questa emozionante mostra allestita secondo lo stile di un gioco di costruzioni, il museo svela, su oltre 800 metri quadrati, 135 opere – oggetti, disegni, incisioni, libri-gioco – tratte in gran parte dalla sua collezione, tra cui una sessantina di pezzi appena acquisiti grazie al progetto Bonpoint. fund, il marchio di moda per bambini. Sono firmati dai più grandi designer del 20° secoloe secolo che si sono cimentati, brillantemente, in questo esercizio, da Alvar e Aino Aalto a Charles e Ray Eames, da Verner Panton a Philippe Starck o Matali Crasset.

“I mobili per bambini sono uno strumento educativo e divertente; deve essere anche confortevole e multifunzionale per supportare la crescita dei junior, il che lo rende un fertile campo di sperimentazione per i designer”riassume Marie-Ange Brayer, co-curatrice e curatrice capo del dipartimento di design e prospettiva industriale del Centre Pompidou.

In questo modo la mostra mette da parte alcuni pregiudizi: i mobili per bambini non sono aneddotici. Racconta del posto recentemente acquisito dai giovani all’interno della famiglia e della società. Né si limita alla miniaturizzazione di quello degli adulti: acquisisce molto rapidamente una propria specificità, riflettendo le preoccupazioni sociali, politiche ed estetiche dell’epoca. « Jean-Jacques Rousseau con il suo trattato Emile o l’Educazione dalla fine del XVIII secoloe secolo, poi l’obbligo scolastico per tutti e, infine, le teorie della pedagogia d’avanguardia, in particolare il metodo Montessori, nel 1907, rivoluzioneranno questo campo della creazione. Nasce l’idea di un oggetto utile, con cui imparare e divertirsi: quindi una vera innovazione in questo arredo”sottolinea Céline Saraiva, co-curatrice dell’evento.

Appena si entra nella Galleria 3, si può vedere un pezzo estremamente raro: un’altalena sospesa al soffitto con una corda annodata di Lina Zervudaki (1890-1950), che evoca, intorno al 1938, un bambino sportivo con, al posto di barre, cerchi multicolori. Questa designer che lavorava con il rattan – autrice di poltrone lounge in stile pesce stilizzato per la sarta Elsa Schiaparelli – si è impadronita di un materiale del suo tempo, il tubolare d’acciaio laccato policromo.

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